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Le molestie con le penne
Il “me too” al raduno degli Alpini di Rimini
Giancarlo Santalmassi 11/05/2022

Per carità: esiste un’infinita quanto nobile e ignobile casistica. Nobile? Eccola qua scritta da Guido Gozzano. Testualmente l'ode ‘Le golose’ di Guido Gozzano, che adorava guardare le signore che mangiavano paste nelle confetterie, recita così in un modo implicitamente (?) sessuale: “Un'altra, con bell'arte, sugge la punta estrema: invano! ché la crema esce dall'altra parte! L'una, senz'abbadare a giovine che adocchi, divora in pace. Gli occhi altra solleva, e pare sugga, in supremo annunzio, non crema e cioccolatte, ma superliquefatte parole del D'Annunzio”. Ma la cultura pop, e quella che riguarda gli alpini lo è, può nascondere gaffe terribili. Chi non ricorda la canzone “…la mula de Parenzo l’ha messo su bottega, di tutto la vendeva meno che il baccalà…” indovinate che vendeva? Quando qualcuno cominciò a canticchiarla a una cena per rallegrare una signora cupa, quel qualcuno si sentì presto un po' imbarazzato. Solo dopo ne capi il perché. Parenzo è una ridente cittadina della Croazia. Ma questa del “me too” spazi all’ironia non ne concede: e se qualche alpino ha toccato il sedere di qualche romagnola, costei fa bene a denunciarlo ai giornali. E Elly Schleyn vicepresidente della regione, e il ministro della difesa Guerrini fanno benissimo a prendere queste parole molto sul serio. Sarà mica il caso di dire, senza offesa per il generale Figliuolo, giù le penne?
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