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La pax trumpiana e il Nobel per la pace

La decisione di sospendere l'invio di missili all'Ucraina

Rocco Cangelosi 03/07/2025

La pax trumpiana e il Nobel per la pace La pax trumpiana e il Nobel per la pace Non è escluso che Trump  riesca alla fine ad ottenere quel premio Nobel per la pace da lui fortemente  ambito e che, secondo le sue valutazioni, era stato concesso ingiustamente  al suo predecessore Barack Obama nel 2009. Lo ha proposto ufficialmente il Presidente  congolese Felix Tshisekedi dopo la firma a Washington dell'accordo di pace con il Rwanda che mette fine, almeno per il momento, a un conflitto  tribale  annoso e sanguinoso nel cuore dell'Africa. In Medio Oriente l'attacco  ordinato dal Presidente  americano ai siti nucleari iraniani in supporto ai bombardamenti israeliani è bastato per porre fine a quella che si annunciava come una lunga guerra. In vista del viaggio a Washington del premier Netanyahu, programmato per lunedì prossimo, Trump ha annunciato  che Israele ha accettato  il suo piano per una tregua di 60 giorni che spera di imporre ad Hamas in vista di un piano di pace a più  lunga scadenza.
 
Resta il conflitto  russo-ucraino la vera spina nel fianco per Trump, che nonostante i proclami, le minacce, i tentativi di mediazione, non riesce a portare al tavolo negoziale  Putin e Zelensky. Ma il tycoon americano  ha trovato  un'altra strada per porre fine alla guerra.  La decisione di sospendere la fornitura di missili Patriot per la difesa antiaerea al governo  di Kiev rappresenta un vulnus profondo per l'Ucraina, che rischia di trovarsi sguarnita di fronte  ai bombardamenti  russi con droni ed aerei sempre più  intensi e frequenti. Sembra  questa  l'anticamera  della capitolazione poiché  è difficile ipotizzare che i Paesi europei volenterosi  riescano a supplire al disimpegno bellico americano. Potrebbe così terminare anche questo conflitto, di cui Trump  è pronto a fregiarsi come uomo della pace nel mondo. E dato che la società attuale vive dei risultati  nell'immediato, poco importa se i successi trumpiani sono effimere rappresentazioni di una realtà  virtuale, dietro la quale ribollono situazioni in forte tensioni pronte a esplodere drammaticamente  da un momento all'altro.
 
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