Tra antisemitismo e antislamismo

Tra antisemitismo e antislamismo Il 25 aprile abbiamo celebrato la liberazione dal nazifascismo in Italia. Con la fine della guerra si è chiusa una pagina della storia europea rabbuiata fino al nero più cupo dallo sterminio degli ebrei. Quella tragedia aveva iniziato a rivelarsi in tutta la sua dimensione quando quattro soldati a cavallo sovietici erano entrati vagando stralunati nel campo di Auschwitz, come descrisse magistralmente Primo Levi. Quell’ orrore ha reso, inevitabilmente e giustamente, ipersensibile il mondo civile nei confronti dell’antisemitismo. Il livello di attenzione è sempre altissimo,  e i media ne danno puntualmente adeguato riscontro.  Ma da tempo si è insinuato nelle società europee un altro virus di intolleranza, questa volta contro gli islamici. Su questo versante non c’è la stessa attenzione.
 
L’ultima riprova riguarda un omicidio, avvenuto il 25 aprile, nella moschea di un paese della Francia centrale. Un giovane maliano, Aboubakar Cissè, è stato accoltellato all’interno della moschea da un bosniaco che ha filmato il suo gesto costellandolo di frasi blasfeme verso Allah. Un delitto a sfondo religioso. Inequivocabile. La notizia è apparsa nelle versioni online dei maggiori giornali italiani ma non in quella cartacea, con pochissime eccezioni (Manifesto e Nazione). Una sottovalutazione che suscita un inevitabile interrogativo: si sarebbe avuta la stessa distrazione se fosse stato ucciso un ebreo in una sinagoga? Probabilmente no. E se così fosse, ciò vuol dire che la gerarchia delle notizie rischia di modularsi sulla base delle appartenenze religiose.
 

TAG: franciaantisemitismomoscheaantislamismo

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