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Israele, Gaza e il nodo di Hamas

Solo la resa del movimento terrorista può far cessare il conflitto

Alberto Heimler 02/05/2025

Israele, Gaza e il nodo di Hamas Israele, Gaza e il nodo di Hamas Trovo assurdo che Netanyahu sia dipinto come un dittatore (la guerra di Netanyahu, l’offensiva di Netanyahu, l’esercito di Netanyahu, ecc. ecc.). Netanyahu è il capo di un governo di una coalizione di centro destra con una solida maggioranza, ma con un’opposizione sempre presente e combattiva. Tuttavia, le decisioni prese dal Governo sulla guerra sono in linea di massima approvate dal Paese. Come già ho osservato in passato, non ci sono in Israele ammutinamenti né movimenti di genitori e ragazzi contro la leva. Inoltre le famiglie dei soldati caduti non protestano. Sono dimostrazioni di grande unità. In altre parole, il paese è democratico e il Governo opera in relazione alla guerra, sempre in linea di massima, col consenso generale. Il movimento delle famiglie degli ostaggi, a parte l’esiguità dei numeri, non ha rappresentanza politica. Quando la guerra cesserà ci sarà, speriamo, il ricambio alla guida del Paese.
 
La popolazione di Gaza soffre molto, ma per risolvere questa tragedia Hamas deve lasciare il potere. Tutti lo riconoscono e lo suggeriscono, inclusi gli stessi Stati arabi moderati. Ma nessuno dice, in caso di cessate il fuoco, in che modo Hamas lascerebbe il potere e con quali strumenti ne verrebbe costretto. Paradossalmente, solo l’Autorità Palestinese concorda con Israele che la resa di Hamas deve precedere il cessate il fuoco. Per adesso, però, la guerra continua. È terribile, ma non si prospettano strategie alternative dopo che Hamas ha dichiarato senza tentennamenti che non intende arrendersi e che il suo obiettivo rimane la distruzione di Israele, non certo la creazione di uno stato palestinese.  Hamas è adesso isolato come non lo è mai stato prima. Si dovrà arrendere prima o poi. Prima avviene meglio è. La responsabilità indiretta della continuazione dei bombardamenti israeliani su Gaza è infatti sua. Solo la resa di Hamas, la restituzione di tutti gli ostaggi e il passaggio del governo della Striscia a forze palestinesi moderate potrà far finire i bombardamenti e contribuire a realizzare un nuovo Medio Oriente in cui tutti possano vivere in pace. Riconoscere adesso lo Stato della Palestina da parte dell’Italia o della Ue temo non servirebbe a niente. Anzi, rappresenterebbe per Hamas un ulteriore incentivo a non arrendersi contribuendo ad ancora più devastanti sofferenze per la popolazione palestinese.
 
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