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Israele un anno dopo

Sospese le celebrazioni del 7 ottobre in attesa dell' attacco all'Iran

Rocco Cangelosi 07/10/2024

Israele un anno dopo Israele un anno dopo In Israele tutte le commemorazioni per il 7 ottobre sono rinviate.  Anche le consuete manifestazioni per la liberazione degli ostaggi sono ridotte al minimo. Israele si prepara all'attacco  contro l'Iran che potrebbe avvenire in coincidenza o intorno alla data del barbarico assalto di Hamas che costo' oltre 1200 morti e la cattura di circa 250 ostaggi. Sarebbe la vendetta sognata da molti israeliani che vedono nel regime di Teheran  il principale artefice della strategia  del  terrore contro il loro Paese. A un anno di distanza da quello sciagurato attacco, il  Governo di Tel Aviv si trova in guerra  su vari  fronti: a Gaza, in  Libano, Siria, Iraq, Yemen, Iran e in qualche  modo in Cisgiordania. Dopo l'attacco in Libano e le spettacolari  uccisioni eccellenti  dei capi di Hamas e Hezbollah, il Governo  Netanyahu  appare rafforzato e gode di un crescente consenso nella popolazione. Eppure tutti gli obbiettivi  che si era riproposto non sono stati raggiunti.
 
La distruzione politica e militare di Hamas e' di la' da venire, la liberazione degli ostaggi cade ogni giorno di più  nel dimenticatoio e il Paese e’ sempre più isolato  nella comunità internazionale. Cionostante  Netanyahu  può  continuare  a condurre  la sua politica di guerra anche  senza avere alcuna idea per il dopo ne' a Gaza ne' in Libano ne' in Cisgiordania. Certo è  che le condizioni per la pace in Medio Oriente appaiono sempre più  lontane, come sempre più  improbabile diventa la soluzione  due Popoli due Stati. Allo stesso tempo la sicurezza di Israele  per la quale Netanyahu  dice di combattere  diviene sempre più  problematica. La prospettiva  delle intese con i Paesi arabi moderati con gli accordi di Abramo si allontana nel tempo e dipenderà  dalle modalità con cui verrà condotto l'attacco all'Iran. Intanto cresce il pericolo terrorismo in tutta Europa. In questo contesto  drammatico, balbettano le diplomazie  dell'ONU e dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, mentre stupisce il silenzio assordante dell'Unione europea.
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