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Il conflitto Israele-Iran
Con l'incognita di Cina, Russia e Turchia
Rocco Cangelosi 03/10/2024
Il conflitto Israele-Iran
L'attacco missilistico iraniano a Israele ha impresso alla crisi mediorientale una svolta dagli esiti incerti che potrebbero sfociare in un conflitto generalizzato nella regione.Teheran giustifica l'azione di guerra contro Tel Aviv come una risposta alle uccisioni eccellenti di Nasrallah, Hanieyh e di altri componenti dei vertici di Hezbollah e Hamas.Ma allo stesso tempo assicura che se Israele non reagirà non ci saranno altri attacchi da parte iraniana, cercando di derubricare l'operazione a un mero intervento cosmetico, alla stregua di quelli del 14 aprile scorso in risposta al raid contro l'ambasciata iraniana a Damasco,nel quale era rimasto ucciso il generale Reza Zahledi, capo delle guardie rivoluzionarie. Netanyahu da parte sua esce rafforzato dall'operazione "New order” in Libano con la decapitazione del vertice di Hezbollah e la creazione di una zona di sicurezza a nord del fiume Litani che dovrebbe consentire il rientro dei 60mila sfollati israeliani dalla Galilea. In questo contesto la questione di Gaza e il rilascio degli ostaggi passa in secondo piano e la coalizione di Governo si sente sufficientemente sostenuta dal consenso popolare per cercare di regolare i conti con il regime degli Ayatollah.
Netanyahu sta perseguendo con lucidità l'obbiettivo di garantire al paese la massima sicurezza e non mancherà di cogliere l'occasione offertagli dagli attacchi iraniani per assestare un colpo decisivo al regime di Teheran. D'altra parte il discorso che ha rivolto due giorni fa al popolo iraniano lascia supporre che il Governo israeliano abbia elementi per ritenere che un consistente attacco alle strutture iraniane, a partire dai siti nucleari, potrebbe innescare una reazione nella popolazione catalizzando il dissenso diffuso in ampi strati della popolazione. Tutto lascia credere che i servizi israeliani abbiano infiltrato gangli vitali del regime che hanno consentito loro operazioni spettacolari come le uccisioni con i cercapersone e la individuazione e la eliminazione di Nasrallah. Netanyahu nel perseguire l'obbiettivo della neutralizzazione della minaccia iraniana conta sul beneplacito americano e sul silenzio compiacente dei paesi arabi moderati, sunniti, che non vedrebbero di malocchio il ridimensionamento della Repubblica islamica, sciita, e soprattutto l'eliminazione delle potenzialità di dotarsi dell'arma nucleare. Tuttavia, se un’ iniziativa israeliana a tutto campo contro l'Iran si concretizzasse e’ difficile pensare che Russia, Cina e potenze regionali come la Turchia rimarrebbero inerti di fronte a una reazione militare "sproporzionata ". Di qui lo sforzo messo in atto dalla Comunità internazionale per cercare di calmierare la situazione. Tuttavia, raggiungere una posizione condivisa nel Consiglio di Sicurezza ONU appare sempre più difficile a causa dei veti incrociati, ne' la moral suasion esercitata da Biden su Netanyahu sembra raggiungere i risultati sperati. Diventa inoltre sempre piu' difficile il ruolo dell'ONU di fronte alla dichiarazione come "persona non grata" in Israele del Segretario Generale Guterrez e la richiesta di Tel Aviv di ritirare il contingente Unifil dal Libano. Intanto Israele si ferma per il Capodanno ebraico e su tutta la regione grava una drammatica incertezza su quanto potrebbe accadere nei prossimi giorni.
Netanyahu sta perseguendo con lucidità l'obbiettivo di garantire al paese la massima sicurezza e non mancherà di cogliere l'occasione offertagli dagli attacchi iraniani per assestare un colpo decisivo al regime di Teheran. D'altra parte il discorso che ha rivolto due giorni fa al popolo iraniano lascia supporre che il Governo israeliano abbia elementi per ritenere che un consistente attacco alle strutture iraniane, a partire dai siti nucleari, potrebbe innescare una reazione nella popolazione catalizzando il dissenso diffuso in ampi strati della popolazione. Tutto lascia credere che i servizi israeliani abbiano infiltrato gangli vitali del regime che hanno consentito loro operazioni spettacolari come le uccisioni con i cercapersone e la individuazione e la eliminazione di Nasrallah. Netanyahu nel perseguire l'obbiettivo della neutralizzazione della minaccia iraniana conta sul beneplacito americano e sul silenzio compiacente dei paesi arabi moderati, sunniti, che non vedrebbero di malocchio il ridimensionamento della Repubblica islamica, sciita, e soprattutto l'eliminazione delle potenzialità di dotarsi dell'arma nucleare. Tuttavia, se un’ iniziativa israeliana a tutto campo contro l'Iran si concretizzasse e’ difficile pensare che Russia, Cina e potenze regionali come la Turchia rimarrebbero inerti di fronte a una reazione militare "sproporzionata ". Di qui lo sforzo messo in atto dalla Comunità internazionale per cercare di calmierare la situazione. Tuttavia, raggiungere una posizione condivisa nel Consiglio di Sicurezza ONU appare sempre più difficile a causa dei veti incrociati, ne' la moral suasion esercitata da Biden su Netanyahu sembra raggiungere i risultati sperati. Diventa inoltre sempre piu' difficile il ruolo dell'ONU di fronte alla dichiarazione come "persona non grata" in Israele del Segretario Generale Guterrez e la richiesta di Tel Aviv di ritirare il contingente Unifil dal Libano. Intanto Israele si ferma per il Capodanno ebraico e su tutta la regione grava una drammatica incertezza su quanto potrebbe accadere nei prossimi giorni.
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