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Israele porta la guerra in Libano

L'inconfessabile obbiettivo del governo Netanyahu

Rocco Cangelosi 23/09/2024

Israele porta la guerra in Libano Israele porta la guerra in Libano Con l'attacco sistematico ai capi di Hezbollah con le spettacolari esplosioni dei cerca persone e di altri strumenti  elettronici, Israele ha aperto di fatto  un nuovo fronte  in Libano con il preteso obbiettivo  di riportare nelle loro case in Galilea gli israeliani costretti a fuggire  a causa dello stato di guerra permanente sul confine libanese. Nelle ultime 24 ore secondo le Forze armate israeliane (IDF) i caccia hanno colpito circa 290 obiettivi nel Libano meridionale, tra cui lanciatori di missili e siti militari di Hezbollah che, a sua volta, ha colpito complessi industriali militari in Israele in risposta alle esplosioni di cercapersone e walkie-talkie dei giorni scorsi, che hanno provocato decine di morti e migliaia di feriti. Questa nuova fase della guerra aperta dal governo  Netanyahu  conferma la strategia perseguita da Israele a tutto tondo.Non si tratta solo di ripulire Gaza dai terroristi di Hamas e vendicare il 7 ottobre che verrebbe suggellato dalla presunta morte (in via di accertamento) di Yahia Sinwar, nuovo leader dell'organizzazione dopo l'uccisione di Ismail Haniyeh. 
 
L'obbiettivo  di Netanyahu e' garantire la sicurezza assoluta allo Stato israeliano  eliminando nella regione ogni fonte di pericolo per prevenire ogni attacco sul suo territorio. Lo dimostra anche l'operazione lanciata in Cisgiordania  a sostegno praticamente delle occupazioni illegali dei coloni. L'attuale governo israeliano  sembra determinato a proseguire le sue azioni di guerra e chiudere il conto anche con l'Iran e i suoi proxies Hamas a Gaza e in Cisgiordania, Hezbollah in Libano  e gli Houthi in Yemen anche a costo di incendiare la gia' di per sé esplosiva regione mediorientale. Di fronte  a questa strategia, l'ipotesi di “due popoli due Stati“ diventa una mera utopia, come l'idea di un'unico Stato binazionale arabo-israeliano. Resta all'orizzonte l’obbiettivo inconfessabile dell'attuale governo  israeliano, ma condiviso da una larga fetta della popolazione, di realizzare  il Grande Israele "from the river to the sea" dal Giordano al Mediterraneo, dove non c’è’ posto per minoranze arabe se non simboliche. Un disegno estremamente  pericoloso  che rischia di sconvolgere  i delicati equilibri mediorientali. 
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