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Francia, il rebus del governo Barnier
Riuscirà il nuovo Primo ministro ad avviare l'attività governativa
Riccardo Perissich 09/09/2024
Francia, il rebus del governo Barnier
Un vantaggio del nuovo Primo Ministro francese, il neogollista Michel Barnier, 73 anni, è di non essere considerato “presidenziabile”, quindi di non essere una minaccia per Macron o per gli altri capi-partito. Potrà aggiungere a quelli dei partiti centristi i voti del suo partito LR; ma sarà ancora lontano dalla maggioranza dell’Assemblea nazionale e quindi esposto a una mozione di censura già annunciata da NFP, che secondo le inveterate abitudini della sinistra francese sta mobilitando la piazza contro il governo. Barnier ha dichiarato di voler dialogare con “tutti” e può aspettarsi un po’ di tolleranza da parte dei lepenisti di RN. Macron non può sciogliere di nuovo l’Assemblea prima della prossima estate e le opposizioni sono come avvoltoi desiderosi solo di costringerlo alle dimissioni anticipate. E non solo le opposizioni.
È evidente la rottura tra Macron e Gabriel Attal il giovane ex Primo Ministro ora capo del gruppo parlamentare centrista, che è il politico più popolare del paese. Edouard Philippe, il primo Primo Ministro e attuale alleato di Macron, ha annunciato la sua candidatura alle presidenziali: tre anni di anticipo non sono un gesto amichevole verso il presidente in carica. Sono in molti a pensare che Barnier sia l’ultima chance di Macron. Quando il presidente fece esplodere la bomba della dissoluzione del Parlamento, quasi tutti gli osservatori criticarono la sua decisione come dissennata. Oggi la Francia è bloccata, con una situazione di finanza pubblica non lontana da quella italiana, tensioni sociali crescenti e la situazione internazionale che conosciamo. Vedremo che potrà fare Barnier. Una condizione è che Macron accetti di rispettare i rispettivi ruoli istituzionali. Un ciclo aperto da una dissoluzione giustificata dall’obiettivo di fermare RN, si chiude con RN primo partito con 11 milioni di voti che detiene le chiavi della sopravvivenza del governo, almeno finché la sinistra restera’ unita. Un vero peccato perché le riforme di Macron fino alla più recente delle pensioni cominciavano a scuotere un paese addormentato dal dirigismo e dall’assistenza statale.
È evidente la rottura tra Macron e Gabriel Attal il giovane ex Primo Ministro ora capo del gruppo parlamentare centrista, che è il politico più popolare del paese. Edouard Philippe, il primo Primo Ministro e attuale alleato di Macron, ha annunciato la sua candidatura alle presidenziali: tre anni di anticipo non sono un gesto amichevole verso il presidente in carica. Sono in molti a pensare che Barnier sia l’ultima chance di Macron. Quando il presidente fece esplodere la bomba della dissoluzione del Parlamento, quasi tutti gli osservatori criticarono la sua decisione come dissennata. Oggi la Francia è bloccata, con una situazione di finanza pubblica non lontana da quella italiana, tensioni sociali crescenti e la situazione internazionale che conosciamo. Vedremo che potrà fare Barnier. Una condizione è che Macron accetti di rispettare i rispettivi ruoli istituzionali. Un ciclo aperto da una dissoluzione giustificata dall’obiettivo di fermare RN, si chiude con RN primo partito con 11 milioni di voti che detiene le chiavi della sopravvivenza del governo, almeno finché la sinistra restera’ unita. Un vero peccato perché le riforme di Macron fino alla più recente delle pensioni cominciavano a scuotere un paese addormentato dal dirigismo e dall’assistenza statale.
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