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Gaza, l' accordo si allontana
Netanyahu non intende rinunciare al controllo del corridoio Filadelfia
Rocco Cangelosi 09/09/2024
Gaza, l' accordo si allontana
Gli sforzi dell'amministrazione americana e dei Paesi mediatori Qatar e Egitto per un accordo sul cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi si infrangono sul corridoio Filadelfia, una striscia di terra di 14 chilometri al confine tra la Striscia di Gaza e Egitto. Netanyahu non vuol rinunciare al controllo diretto poiché ritiene che attraverso quel corridoio passino armi e attrezzature destinate a Hamas. A nulla valgono. le assicurazioni americane che propongono di affidare la gestione del corridoio a una forza multinazionale a direzione araba. La posizione di Netanyahu è irremovibile. Ma la situazione è resa ancor più difficile dall'operazione antiterrorismo condotta dall'IDF in Cisgiordania allargando così il fronte della guerra. Con il tira e molla sulle proposte di accordo avanzate dall'Amministrazione americana Netanyahu dà l'impressione di voler guadagnare tempo fino alle elezioni americane puntando su una vittoria di Donald Trump che avrebbe un atteggiamento più favorevole nei confronti dell'attuale governo israeliano e della sua strategia di guerra contro Hamas.
Nonostante le proteste quotidiane cui è sottoposto l'esecutivo di Tel Aviv, il problema della liberazione degli ostaggi ancora rimasti in vita (poco più di un centinaio) non sembra costituire una priorità per Netanyahu che teme che ogni accordo con Hamas venga interpretato come un suo riconoscimento implicito con il conseguenze rafforzamento politico della sua attuale leadership. La barbara uccisione di 6 ostaggi da parte di Hamas mette a fronte le due opposte strategie. Quella di Hamas che intende scoraggiare ogni tentativo condotto dall'IDF di liberazione degli ostaggi uccidendoli quando si prospetti una incursione israeliana e quella di Netanyahu che non intende fare alcuna concessione ,ma continuare sistematicamente la guerra contro Hamas. Nelle circostanze attuali la possibilità di un'intesa sembra sempre più lontana, resa peraltro difficile dagli scontri di questi ultimi giorni che hanno determinato la morte di cittadini e soldati israeliani con la simmetrica dura reazione dell'IDF e l'aumento del numero di vittime palestinesi.
Nonostante le proteste quotidiane cui è sottoposto l'esecutivo di Tel Aviv, il problema della liberazione degli ostaggi ancora rimasti in vita (poco più di un centinaio) non sembra costituire una priorità per Netanyahu che teme che ogni accordo con Hamas venga interpretato come un suo riconoscimento implicito con il conseguenze rafforzamento politico della sua attuale leadership. La barbara uccisione di 6 ostaggi da parte di Hamas mette a fronte le due opposte strategie. Quella di Hamas che intende scoraggiare ogni tentativo condotto dall'IDF di liberazione degli ostaggi uccidendoli quando si prospetti una incursione israeliana e quella di Netanyahu che non intende fare alcuna concessione ,ma continuare sistematicamente la guerra contro Hamas. Nelle circostanze attuali la possibilità di un'intesa sembra sempre più lontana, resa peraltro difficile dagli scontri di questi ultimi giorni che hanno determinato la morte di cittadini e soldati israeliani con la simmetrica dura reazione dell'IDF e l'aumento del numero di vittime palestinesi.
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