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"Brat" Kamala può farcela
Ma dovrà affrontare una campagna super aggressiva di Trump
Rocco Cangelosi 30/07/2024
"Brat" Kamala può farcela
Con l'endorsement di Barack e Michelle Obama si è chiuso il cerchio del lancio della candidatura di Kamala Harris in vista della Convention democratica di Chicago del 19-22 agosto. Accolta inizialmente con scetticismo, la sua probabile nomination riapre i giochi che sembravano ormai chiusi a favore di Donald Trump consacrato alla Convention di Milwaukee, dopo il fallito attentato, come il nuovo Messia/Presidente. I democratici hanno in effetti sparigliato le carte sui vari tavoli del confronto politico e costretto Trump a cercare una nuova narrativa elettorale. Gioca molto sul piano dell'immagine la figura di Kamala : una bella donna, piacente, piena di energia, determinata, con il piglio rigoroso che le deriva dalla sua passata esperienza di procuratrice. Per contrasto Trump appare adesso come un personaggio del passato, vecchio come il Biden che lui dipingeva e sulla cui inadeguatezza psico-fisica aveva costruito la sua campagna elettorale.
L'America aveva bisogno di una boccata d'aria fresca e di un volto nuovo per dimostrare a se stessa di avere le risorse per uscire dal cul de sac dove l'aveva relegata lo stantio dibattito tra Biden e Trump. Kamala, definita nei social come "brat" (impertinente, schietta alternativa) può recuperare consensi tra i giovani, le donne, le comunità afro e latino-americane. I suoi punti di forza sono i diritti civili, l'uguaglianza di genere, la lotta alle disuguaglianze sociali, il diritto all'aborto. Sul piano economico potrà far valere i buoni se non ottimi risultati dell'Amministrazione Biden, soprattutto per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, sceso a livelli eccezionali , la crescita del PIL e la lotta all'inflazione, anche se le problematiche economiche sono un terreno scivoloso per la comunicazione, dopo che Trump ne ha fatto un suo cavallo di battaglia convincendo la maggioranza degli elettori che il loro potere di acquisto è stato drasticamente decurtato dalla Bideneconomics. In politica estera Kamala assicura la continuità della Presidenza Biden. Ma mentre per l'Ucraina la linea è quella del sostegno incondizionato per giungere ad una pace giusta, per il Medio Oriente le sue dichiarazioni suonano come una netta condanna di Netanyahu, ritenuto colpevole di voler continuare la guerra a tutti i costi e di non volere una soluzione pacifica.
Indubbiamente Kamala dovrà nei prossimi giorni affinare il suo linguaggio per riuscire a parlare anche alle constituencies della “rust belt”, che comprende molti dei swing States che possono fare la differenza. Ma soprattutto dovrà prepararsi ad arginare una campagna piena di insulti, fake news e trabocchetti di ogni genere, che diventerà tanto più violenta quanto più il suo svantaggio rispetto a Trump si ridurrà. Basti ricordare le parole del senatore repubblicano George Lang che durante un comizio a Middletown, in Ohio, ha parlato di come una “guerra civile” potrebbe servire per salvare gli Stati Uniti dopo le prossime elezioni se i democratici dovessero vincere.
L'America aveva bisogno di una boccata d'aria fresca e di un volto nuovo per dimostrare a se stessa di avere le risorse per uscire dal cul de sac dove l'aveva relegata lo stantio dibattito tra Biden e Trump. Kamala, definita nei social come "brat" (impertinente, schietta alternativa) può recuperare consensi tra i giovani, le donne, le comunità afro e latino-americane. I suoi punti di forza sono i diritti civili, l'uguaglianza di genere, la lotta alle disuguaglianze sociali, il diritto all'aborto. Sul piano economico potrà far valere i buoni se non ottimi risultati dell'Amministrazione Biden, soprattutto per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, sceso a livelli eccezionali , la crescita del PIL e la lotta all'inflazione, anche se le problematiche economiche sono un terreno scivoloso per la comunicazione, dopo che Trump ne ha fatto un suo cavallo di battaglia convincendo la maggioranza degli elettori che il loro potere di acquisto è stato drasticamente decurtato dalla Bideneconomics. In politica estera Kamala assicura la continuità della Presidenza Biden. Ma mentre per l'Ucraina la linea è quella del sostegno incondizionato per giungere ad una pace giusta, per il Medio Oriente le sue dichiarazioni suonano come una netta condanna di Netanyahu, ritenuto colpevole di voler continuare la guerra a tutti i costi e di non volere una soluzione pacifica.
Indubbiamente Kamala dovrà nei prossimi giorni affinare il suo linguaggio per riuscire a parlare anche alle constituencies della “rust belt”, che comprende molti dei swing States che possono fare la differenza. Ma soprattutto dovrà prepararsi ad arginare una campagna piena di insulti, fake news e trabocchetti di ogni genere, che diventerà tanto più violenta quanto più il suo svantaggio rispetto a Trump si ridurrà. Basti ricordare le parole del senatore repubblicano George Lang che durante un comizio a Middletown, in Ohio, ha parlato di come una “guerra civile” potrebbe servire per salvare gli Stati Uniti dopo le prossime elezioni se i democratici dovessero vincere.
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