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Ue, aprire il dibattito sull'allargamento
E la Germania propone di estendere il voto a maggioranza
Stefano Micossi 10/11/2023

Intanto, sono passati vent’anni e le istituzioni europee sono rimaste com’erano, con i processi decisionali fermi all’unanimità in tutte le materia di alta politica: sia nel coordinamento delle politiche economiche, sia nella politica estera e di difesa. Anche le decisioni nelle aree dove si vota a maggioranza potrebbero bloccarsi con i nuovi equilibri del Consiglio. La Germania ha da tempo proposto di estendere il voto a maggioranza nell’ambito del Consiglio; un documento franco-tedesco pubblicato nel settembre scorso adombra l’ipotesi di integrazione differenziata, senza ben definire se ciò avverrebbe per paesi, per materie o per tutti e due. C’è veramente da preoccuparsi, perché i meccanismi decisionali dell’UE sono già complicati; i processi di integrazione culturale degli ultimi arrivati appaiono molto meno che soddisfacenti (si pensi alla Polonia, all’Ungheria e alla Slovacchia); e la distanza economica, sociale, culturale e politica tra l’UE e i nuovi candidati è semplicemente abissale. Come e con quali condizioni aprire loro la porta è questione cruciale che deve uscire allo scoperto. In questo nuovo allargamento, l’UE si gioca la sopravvivenza del progetto di unione politica. Non si può, a mio avviso, continuare a procedere con le decisioni prese a Bruxelles e nelle stanze chiuse dei rapporti con gli Stati Uniti. Una vera discussione nei parlamenti e davanti all’opinione pubblica non mi sembra rinviabile.
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