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Italia e Germania divise sul nucleare

Berlino lo ha chiuso, noi vorremmo riaprirlo

Pia Saraceno 12/09/2023

Italia e Germania divise sul nucleare Italia e Germania divise sul nucleare Il cancelliere tedesco Scholz ha confermato che non rivitalizzerà il “cavallo morto” dell’energia nucleare, smentendo le ipotesi di riattivazione dei programmi nucleari dei Liberali (parte della coalizione di governo). Ha aggiunto che chiunque voglia costruire un nuovo impianto deve sapere che ci vogliono almeno 15 anni ed indirettamente ha affermato che la tecnologia sarebbe a quanto oggi noto più costosa di quelle alternative per realizzare la transizione verso la riduzione al 2030 ed azzeramento al 2050 delle emissioni. La Germania si era del resto opposta anche all’inclusione del nucleare come fonte green e sostenibile nella Tassonomia approvata in Europa, voluta ed ottenuta dalla Francia. il nostro governo ha contemporaneamente dichiarato che andrà in direzione opposta, prefigurando per bocca del vicepremier Salvini già la possibilità di contare sull’energia nucleare di quarta generazione con la prossima legislatura, cioe’ entro 10 anni. Più prudentemente dal Ministro dell’Ambiente della Sicurezza energetica Pichetto Fratin ha parlato di tempi lunghi del processo decisionale che al momento partirebbe con la costituzione di una  “Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile”: un soggetto di raccordo e coordinamento tra i diversi attori nazionali che a vario titolo si occupano di nucleare. Si dà così corso alla mozione approvata dalla Camera nel maggio scorso in cui si impegnava il governo a valutare la possibilità di inserire nel mix energetico nazionale anche il nucleare” superando gli esiti dei due referendum del 1987 e del 2011.
 
Si spera che l’iniziativa serva effettivamente a coordinare la ricerca sul nucleare e sullo smaltimento delle scorie a cui l’Italia già partecipa nelle varie sedi internazionali, purchè non ci si distragga dall’obiettivo di ridurre le emissioni nei tempi brevi richiesti dall’emergenza climatica. Che si possa contare sul nucleare nei tempi prospettati da Salvini è poi da escludersi. Le tecnologie di quarta generazione, ancora in sperimentazione, evocate dai Ministri sono tutt’altro che a portata di mano e non sono più sicure e meno costose di quelle del passato. La storia recente ha mostrato che anche quando le nuove tecnologie usciranno dalla fase di sperimentazione, i tempi di realizzo degli impianti saranno di oltre 15 anni, e rischieremmo di arrivare al 2050, quando il percorso di azzeramento delle emissioni dovrà essere gia’ completato. 
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