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Messaggio da Mosca per il 9 maggio

Nessuno spiraglio per la trattativa, la guerra continua

Rocco Cangelosi 09/05/2023

Messaggio da Mosca per il 9 maggio Messaggio da Mosca per il 9 maggio Il 9 maggio per Kiev è ormai solo la festa dell'Europa, celebrata oggi alla presenza della Presidente  della Commissione Ursula Von der Leyen accorsa a Kiev per parlare con Zekensky di adesione e ricostruzione. Mosca oggi ha invece celebrato la vittoria dell'Armata rossa sulle truppe hitleriane e la sconfitta del nazifascismo in Europa. Putin nella sua allocuzione non ha mancato di ricordare il tributo di 20 milioni di morti pagato dalla Russia per liberare l'Europa dal più efferato dei regimi, accusando l'Occidente di aver messo nel dimenticatoio la storia. Putin ha aggiunto che Mosca vuole la pace, ma l'Occidente  semina la guerra tra i popoli  e vuole la distruzione della Russia. In piena sintonia con la linea lanciata da Pechino, il presidente  russo rivendica la necessità  di un nuovo ordine mondiale, che ponga fine all'egemonia occidentale  basata sulla prevaricazione e il saccheggio dei popoli.
 
Nessuno spiraglio conciliativo nelle parole del Presidente russo. Una nuova chiamata alle armi in difesa della patria e del popolo russo alla vigilia della controffensiva che Zelensky  si appresta a lanciare. Troppo presto per parlare di pace. Nessuno dei contendenti è  pronto a fare concessioni,  né  c'è  una pur minima iniziativa per definire una nuova architettura della sicurezza europea basata  su uno dei principi basilari dell'OSCE. Ovvero che nessuno Stato può  accrescere la sua sicurezza a danno di un altro. Per Mosca un'Ucraina integrata nella UE e nel sistema difensivo della NATO  viene percepita come un vulnus permanente alla sicurezza russa. Di avviso completamente opposto Zelensky e il gruppo dirigente di Kiev che vede solo nell'aggancio alle strutture politiche e di difesa occidentali non solo la  salvezza dell'Ucraina ma anche uno scudo a protezione dei Paesi baltici. Opinione largamente condivisa da molti Paesi occidentali.  Due modi di percepire  la sicurezza agli antipodi che non lascia per il momento alcuno spazio al negoziato, ma solo alla ragione delle armi.
 
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