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Netanyahu a Roma tra proteste e intese politiche

Collaborazione economica e tecnologica e differenze geopolitiche

Rocco Cangelosi 09/03/2023

Netanyahu a Roma tra proteste e intese politiche Netanyahu a Roma tra proteste e intese politiche Preceduto e seguito da proteste e rifiuti di collaborazione da parte di piloti e interpreti, giunge a Roma l'inossidabile Benjamin Netanyahu mentre il suo Paese si spacca di fronte a una riforma della Giustizia che rischia di alterare l'equilibrio dei poteri nell'unica democrazia mediorientale tuttora esistente. I punti di convergenza con il governo italiano potrebbero essere più d’uno. In primis, la visita del premier Netanyahu legittima la condanna di antisemitismo proclamato dalla premier Meloni e le consente di annacquare le accuse di fascismo strisciante rivolte al suo governo. Inoltre, la forte sintonia sulla concezione dello Stato e sul ruolo della Magistratura rappresentano un importante terreno di intesa che si salda con l’ideologia di Viktor Orban, a tal punto da far parlare di una “Visegrad allargata”.
 
La visita di Bibi consentirà di consolidare i tradizionali legami economico-commerciali tra Italia e Israele e la cooperazione tecnico scientifica nei settori di ricerca ed energia. Più complesso l'approccio geopolitico dei due Paesi sul Medio Oriente allargato dove tradizionalmente le posizioni italiane non coincidono esattamente con la politica israeliana sul processo di pace, i rapporti con l'Iran e la politica israeliana nel Mediterraneo orientale, dove le intese con Turchia e Russia pregiudicano I nostri interessi in Libia. Netanyahu potrebbe tentare di portare il governo italiano su posizioni più assertive nei confronti dell'Iran e ottenere un qualche avallo alla politica degli insediamenti facendo perno sugli accordi di Abramo. Sarà infine interessante sapere se Netanyahu si farà portatore di proposte di mediazione per porre fine al conflitto in Ucraina, per il quale Israele ha cercato di giocare un ruolo grazie ai buoni rapporti con Mosca. A differenza dei partner occidentali, in effetti Israele non ha mai imposto sanzioni alla Russia o ai suoi funzionari, non ha condiviso informazioni d’intelligence né fornito armi letali all’Ucraina.
 
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