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Europa delle Patrie e asse Italia-Polonia
Come Meloni può utilizzare il buon rapporto con Morawieski
Riccardo Perissich 28/02/2023

Il guaio è che molto spesso l’opinione fra ciò che si vorrebbe mettere in comune e ciò che si vuole conservare a livello nazionale, diverge. È la ragione delle interminabili discussioni e a volte della paralisi. Così l’Italia vorrebbe che la si lasciasse libera di gestire i balneari e ciò che resta di Alitalia, ma pensa che l’UE dovrebbe finanziare in comune la transizione energetica. In modo più critico e radicale, la Polonia vorrebbe essere lasciata libera di smantellare lo stato di diritto, ma vorrebbe anche un maggiore sforzo comune per aiutare l’Ucraina. La Germania vorrebbe rigoroso rispetto delle regole, ma anche che non le si chieda troppo di aiutare finanziariamente i paesi che hanno difficoltà a rispettare le regole. E così via. Persino il generale De Gaulle, padre dell’Europa delle Patrie, mentre tuonava contro la sovranazionalità, esigeva che la politica agricola fosse decisa a maggioranza e finanziata in comune. Raccontata così, dell’UE si possono apprezzare tutte le esasperanti difficoltà ma anche, alla luce dei risultati, gli straordinari successi. Poiché è dubbio che Meloni e Nordio si prefiggano l’obiettivo di smantellare lo stato di diritto in Italia, e che a Morawiecki interessi molto Alitalia, l’asse Roma-Varsavia non ha grandi prospettive. È invece viva e vegeta una cosa di cui in Italia non si parla: il “Gruppo di Weimar”, che comprende Francia, Germania e Polonia e che si è riunito nei giorni scorsi a Monaco. La vecchia amicizia con Morawiecki può invece tornare molto utile a Meloni se riesce a servirsene per convincere il suo amico ad accettare compromessi ragionevoli con l’UE sullo stato di diritto in Polonia. Molti gliene renderebbero merito a Bruxelles, Parigi e Berlino.
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