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Una nuova Norimberga per Putin?
Per ora scarse adesioni alla proposta della Von der Leyen
Luciano Panzani 07/12/2022

Questo reato consente di agire penalmente non nei confronti dello Stato aggressore, ma delle persone fisiche che controllano l'apparato statale. Esso è entrato a far parte della giurisdizione della Corte Penale Internazionale dell'Onu (Cpi) in base a quanto stabilito dallo Statuto di Roma, e soprattutto dagli emendamenti di Kampala del 2010, in vigore a partire dal 17 giugno 2018. Rientra nella competenza della Cpi, che si occupa delle responsabilità individuali, da non confondere con la Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite (Cgi), che giudica le controversie tra Stati. Sarebbe lo strumento perfetto per agire penalmente nei confronti di Putin e dei massimi esponenti del governo russo, ma la Russia, come del resto l'Ucraina, non ha riconosciuto la giurisdizione della Cpi.
Sul fronte della Cpi, chiamata a giudicare i reati commessi dagli individui, sono in corso le indagini sul territorio ucraino. L'Ucraina, pur non avendo sottoscritto lo Statuto di Roma, ha accettato la giurisdizione della Corte sui crimini commessi nel suo territorio. In ragione della mancata sottoscrizione dello Statuto di Roma da parte dell'Ucraina, la Cpi allo stato sarebbe competente solo per i crimini di guerra e contro l'umanità perpetrati in Ucraina ma non per il crimine di "aggressione". Ciò spiega perché Von der Leyen proponga un nuovo tribunale internazionale pur affermando di sostenere il ruolo della Cpi. Il tribunale giudicherebbe reati commessi prima della sua istituzione, con qualche analogia con il tribunale di Norimberga, di cui fu contestata la legittimità proprio per questa ragione.
E dovrebbe essere istituito senza il consenso russo, di cui sono cittadini i potenziali imputati. L'iniziativa vede al momento un consenso limitato. Nella Ue ci sarebbe una decina di paesi favorevoli, anche se 14 hanno già aperto inchieste sui crimini commessi in Ucraina, sia per danni a cittadini Ue sia per competenza universale e il G7 ha annunciato un coordinamento delle inchieste in corso. La Francia finora ha frenato sull'ipotesi di un tribunale speciale. Usa e Gran Bretagna si sono dimostrati poco entusiasti. Le probabilità che l'iniziativa possa avere sviluppi concreti, almeno a breve termine, paiono scarse. Potrebbe addirittura essere un ostacolo nel caso in cui le trattative con la Russia dovessero uscire dall'attuale impasse.
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