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Pia Saraceno 07/11/2022

Sta inoltre mostrando tutti i suoi limiti l’idea che il mercato avrebbe trovato la maggiore convenienza negli investimenti per la transizione. Il progressivo abbandono di molti membri dell’alleanza finanziaria lanciata alla Cop 26 di Glasgow (GFANZ) dimostra che il mercato non trova conveniente investire nel preservare i beni comuni, se non c’è un forte sostegno pubblico. L’obiettivo mai davvero sottoscritto di contenere sotto 1,5 gradi l’aumento delle temperature è diventato irraggiungibile, resta l’impegno sottoscritto a Parigi di stare sotto i 2 gradi. Piu’ risorse pubbliche e private saranno necessarie per le politiche di adattamento e per la giustizia climatica e sarà necessario individuare strategie sempre più complesse quanto maggiore sarà il rinvio di azioni incisive, decisivo sarà però riorientare da subito tutti gli investimenti verso tecnologie sostenibili. L’aumento dei debiti pubblici per Covid e crisi energetica non deve essere un ostacolo all’assunzione di responsabilità da parte delle economie più sviluppate e di questo dovranno tener conto le autorità monetarie e la regolazione dei mercati finanziari. Politiche sociali, migratorie, industriali, fiscali, monetarie, di cooperazione internazionale con un unico obiettivo strategico devono mostrare una forte coerenza tra loro. Rendersi conto che è necessario tener conto di questa complessità nella difesa degli interessi nazionali anche da parte del nostro Governo nella sua scelta delle priorità sarebbe già un bel passo in avanti.
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