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Usa, la lunga estate calda del '22
Inchieste, rivincite, rivali
Maria Grazia Enardu 25/07/2022

Trump è sotto vaglio per vari filoni, tasse comprese, ma finora nessun vero capo di imputazione. Hanno bisogno di una pallottola d'argento, non basta che luccichi. Per l'inchiesta sul 6 gennaio, la sedizione non sarà usata, difficile da provare e questo dice tutto. Semmai ostruzione, per aver cercato di forzare Pence a sospendere la certificazione delle elezioni, cioè della vittoria di Biden. Pence, a rischio della vita, rifiutò, quindi l'ostruzione tecnicamente non c'è stata. E quando Cheney e soci concluderanno, sarà Garland, ministro della Giustizia, a decidere se procedere - decisione terribile comunque. Trump intanto annusa l'aria, straparla, mira alla rivincita ma non è scontato. Vive in Florida, dove il rampante governatore DeSantis (Rep) è la sua perfetta nemesi, lo loda per seppellirlo, vuole la Casa Bianca ora e non nel 2028.
Trump infatti comincia a stufare non pochi Rep, moderati e timorosi che con Trump si fallisca. Questo novembre molti politici ed elettori Rep possono decidere che Trump è un perdente, li costringe a umilianti e stupide mosse, è un monarca spodestato e dannoso. Servono forze fresche, un voto dinamico, di giovani, minoranze, cioè i prossimi elettori, non solo della Casa Bianca ma nei 50 Stati. I Rep, come i Dem, puntano a tutto, Trump no. Intanto Steve Bannon, discusso consigliere di Trump, è stato condannato da un tribunale per oltraggio: ha rifiutato di testimoniare al Congresso perché le sue conversazioni con Trump erano protette dal "privilegio esecutivo". Ma era stato licenziato mesi prima, quindi non vale. Nell'imbroglio si imbrogliano tutti, e i Rep cercano una via di fuga, da Donald.
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