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Difesa, gli europei non spendono poco, spendono male

Alleanze a geometria variabile per le attrezzature militari

Claudio Di Donato 03/07/2025

Difesa, gli europei non spendono poco, spendono male  Difesa, gli europei non spendono poco, spendono male L’accordo Nato per l’aumento della spesa militare è un successo della retorica del bullo alla Casa Bianca, anche se l’impegno molto probabilmente non sarà rispettato dalla maggioranza dei partner (come per il precedente accordo del 2014 di salire al 2% del Pil). Il messaggio arrivato all’opinione pubblica europea è che il vecchio continente dipende dagli USA per la propria difesa (vero) perché non spende abbastanza (falso). Il problema dell’Europa è che spende in modo inefficiente. Sommando i budget militari di Francia, Germania, Gran Bretagna, Polonia e Italia l’anno scorso il totale ha sfiorato i 300 miliardi (il 12% della spesa globale), come la Cina ma molto più di India e Russia. Eppure, i paesi europei non dispongono di un sistema di difesa missilistica degno di questo nome, tantomeno di un sistema satellitare per scopi militari (Iris2 sarà operativo non prima del 2031). La polverizzazione della spesa pertanto non risponde alle esigenze di difesa continentali e non consente all’industria europea di compiere un salto in avanti, anzi si accumulano gravi ritardi. I programmi pan-europei sono una realtà consolidata, ma sempre con alleanze a geometrie variabili. Ad esempio, dopo l’invasione dell’Ucraina del 2022, La Germania ha creato ESSI al quale hanno aderito 24 paesi tra i quali la neutrale Svizzera e Londra per la difesa missilistica, ma mancano all’appello Italia e Francia che hanno un loro consorzio (con produzioni proprie). Il problema dello scudo aereo a trazione tedesca è che sarebbe dipendente da prodotti non europei quali i Patriot americani e gli Arrow 3 israeliani ma tra i 24 alcuni hanno già firmato contratti per acquistare i Nasam della Raytheon e i Barak da Israele.
 
In campo aeronautico, alleanze rimescolate con partenza ad handicap (Boeing ha già presentato l’F-47). Italia insieme a UK e Giappone per l’aereo di sesta generazione, dall’altra parte Francia, Germania e Spagna. Gli ottimisti potrebbero guardare il bicchiere mezzo pieno, in fondo siamo passati da tre programmi aeronautici a due, mentre i pessimisti potrebbero ricordare il conto molto salato (tecnologico ed economico) di non aver dato seguito all’Eurofighter preferendo (con responsabilità soprattutto italiane e tedesche) l’acquisto degli F-35 dell’americana Lockheed. Le alleanze variegate riguardano anche le fregate, i carri da combattimento, lo spazio…Ma la questione è che i paesi europei hanno affondato il libro verde della Commissione UE del 2004 che aveva l’obiettivo di utilizzare le risorse nel settore della difesa in modo più efficiente e di aumentare la competitività dell'industria europea, nonché di contribuire a ottenere miglioramenti nelle attrezzature militari nel quadro della politica europea di sicurezza e di difesa. Invece di vagheggiare improbabili eserciti europei, i governi potrebbero impegnarsi a spendere in modo più efficiente i soldi dei contribuenti.
 
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