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Se Cairo rilancia la spending review

Per risparmiare 24-25 miliardi l'anno

Paolo Mazzanti 19/06/2025

Se Cairo rilancia la spending review Se Cairo rilancia la spending review In vista della legge di bilancio d’autunno si affollano le richieste di nuove spese: la Lega spinge per la rottamazione “decennale” delle cartelle esattoriali; Forza Italia vorrebbe il calo delle tasse al ceto medio; le opposizioni chiedono più soldi per la sanità e contro la povertà; gli imprenditori sollecitano un piano triennale da 8 miliardi l’anno per rilanciare produzione e competitività. E la prossima settimana il vertice Nato dell’Aja ufficializzerà la richiesta di portare la spesa militare dal 2 al 5% del Pil (pari a oltre 100 miliardi), sia pure in 10 anni con aumenti annuali progressivi. Sul povero ministro Giorgetti rischia di abbattersi un diluvio di richieste da decine di miliardi, mentre il nuovo Patto di Stabilità impone rigore, anche se un po’ più “flessibile” di prima. Che fare?
 
Un suggerimento è venuto sabato scorso dal convegno dei giovani imprenditori. L’editore Urbano Cairo, che ha risanato e rilanciato La 7 e il Corriere con una lotta feroce alle spese improduttive ha rilanciato l’idea della spending review, da affidare a una squadra di cento specialisti. “Lo Stato - ha detto Cairo - spende ogni anno oltre 140 miliardi solo per l’acquisto di beni e servizi. Non dovrebbe essere difficile sfirbiciarne il 20% come ho fatto nelle mie aziende. Sarebbero 24-25 miliardi da destinare alla crescita economica”. Nessun politico ha risposto, almeno pubblicamente. A riprova che non c’è più sordo di chi non vuol sentire.
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