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Invecchiamento e immigrazione

Secondo della Commissione Ue, in assenza di immigrati, la nostra popolazione scenderebbe a 40 milioni nel 2050 e sotto i 30 milioni a fine secolo

Giampaolo Galli 13/06/2025

Invecchiamento e immigrazione Invecchiamento e immigrazione Tutti sappiamo che la nostra società invecchia e che questo pone problemi formidabili riguardo alla sostenibilità del nostro costosissimo sistema di welfare. Ma si rimane sempre un po’ stupiti quando si guardano i numeri da vicino. L’ultima proiezione del Working Group on Ageing (WGA), presso la Commissione Europea, ci dice che in assenza di nuovi immigrati e pur ipotizzando un (assai improbabile) aumento della fertilità da 1,24 a 1,56 entro la fine di questo secolo, la popolazione italiana, che include gli stranieri regolarmente residenti, è destinata a scemare al ritmo di circa 10 milioni ogni 25 anni: saremmo quindi meno  di 50 milioni nel 2025 e meno di 30 milioni nel 2100. Se ci proponessimo di mantenere costante la popolazione al livello attuale, avremmo dunque bisogno di un numero di nuovi immigrati netti (ossia la netto degli emigrati) che verso fine secolo supererebbe quello della popolazione autoctona.
 
Un obiettivo più ragionevole può essere  quello di   calibrare gli ingressi in modo da evitare un’ulteriore riduzione del rapporto fra popolazione in età d lavoro (20-67) e il totale della popolazione. In questo caso si richiederebbero 13,5 milioni di immigrati entro il 2050, dopodiché vi potrebbe essere una stabilizzazione: il rapporto fra nuovi immigrati e popolazione totale salirebbe rapidamente fino al 30% nel 2050 per poi attestarsi gradualmente sul 35% verso fine secolo. In termini di decreti flussi, usando la proiezione Istat di 140 mila emigrati all’anno, sarebbero necessari circa 350mila immigrati l’anno entro il 2035 e poi 480mila entro il 2050. L’ultimo decreto flussi (D.L. 20/2023), pur rappresentando un passo avanti, è ancora molto lontano dai numeri che sarebbero necessari: le quote sono state infatti stabilite in 136.000 unità per il 2023; 151.000 unità per il 2024; 165.000 unità per il 2025. Ne servirebbero fra due e tre volte tanto. Ma a questo fine bisogna saper fare accoglienza e integrazione. L’esito del referendum sulla cittadinanza non aiuta.
 
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