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I nostri giovani all'estero

… peggiorano la crisi demografica

Giuseppe Roma 05/06/2025

I nostri giovani all'estero I nostri giovani all'estero Nel decennio 2014-2023 un milione di residenti in Italia è emigrato all’estero, di questi ben 367.000 avevano un’età compresa fra 25 e 34 anni e circa la metà avevano conseguito una laurea. Considerando i rientri nello stesso periodo, la perdita netta di risorse qualificata è stata pari a 97.000 laureati. Nel 2024 l’esodo verso l’estero è cresciuto del 20,5% dovuto allo spostamento di cittadini italiani e solo in minima parte al rientro di stranieri nei paesi di origine. Facendo riferimento all’ultimo decennio, assistiamo a un aumento dei laureati in uscita e una riduzione dei rientri. Tali dinamiche, ben descritte recentemente da Istat e Banca d’Italia, dovrebbero costituire oggetto di interventi ben più incisivi di quelli esistenti, finalizzati a contenere il declino demografico. Anche perché, agire sull’evoluzione naturale della popolazione, e in particolare sulla natalità, presenta difficoltà oggettive dovute alla struttura demografica e ai tempi lunghi per ottenere cambiamenti significativi. Usare un doppio pedale cercando, da un lato, di contenere la perdita di nostri talenti e ammettendo, dall’altro, un’immigrazione regolata, può aiutare a ridurre gli squilibri occupazionali esistenti, come ha affermato il Governatore Panetta. Bisogna ricordare che, nel 2024, la popolazione nata all’estero rappresentava l’11,3% dei residenti in Italia a fronte di una media dei paesi europei più avanzati del 17,4%.
 
Secondo un’indagine della Fondazione studi consulenti del lavoro, la principale motivazione dei giovani che emigrano riguarda solo in minima parte (21%) la difficoltà a trovare un’occupazione in Italia. Registra maggiore consenso la ricerca di un modello organizzativo più evoluto, capace di valorizzare competenze e responsabilità. Al tempo stesso i giovani espatriati segnalano l'opportunità di arricchire il proprio bagaglio personale con esperienze all’estero, in un mondo sempre più interconnesso. Naturalmente per alcune professioni, come quelle mediche, l’attrattività europea riguarda anche i divari retributivi. Ma non vale per tutti i giovani, visto che a essere soddisfatto della retribuzione percepita è il 29%, mentre è generalizzata la segnalazione di un elevato costo della vita. La disponibilità a ritornare in Italia riguarda i due terzi dei giovani all’estero. Per invertire il flusso vengono richieste: retribuzioni competitive, merito e possibilità di crescita professionale, più cultura manageriale nelle aziende. E’ quasi un programma di rilancio del nostro sistema produttivo.
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