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Contundente
Clima, le città e il Mediterraneo in sofferenza
I cittadini disposti ad impegnarsi, ma i governi sono spesso negazionisti
Pia Saraceno 06/05/2025

Rinviare ed annacquare gli obiettivi a medio termine non è però quello che la maggioranza delle persone vuole, l’89% della popolazione mondiale chiede politiche per il clima (in Italia il 92%), anche se non tutti sarebbero disposti a pagare per le politiche necessarie. Un’indagine condotta da “Nature Climate Change” ha domandato se gli intervistati sarebbero disposti a contribuire ai costi delle politiche con l’1% del proprio reddito: il 68,5% (in Italia quasi il 65%) degli intervistati ha risposto di sì. La stessa indagine peraltro ha fatto emergere anche la sistematica sottovalutazione della volontà di agire dei cittadini, con uno scarto di 25 punti tra le dichiarazioni fatte e quello che ciascun intervistato ritiene che farebbero gli altri. La sottovalutazione nasce forse dal fatto che i Governi e gli esperti interessati a mantenere lo status quo tendono a tenere conto più dei cosiddetti costi e rischi della transizione nel breve che dei costi del non fare e dei benefici nel più lungo termine. Ne è un esempio l’attribuzione frettolosa di certa stampa alle rinnovabili della responsabilità del blackout in Spagna, trascurando che il problema sta nella adeguatezza e gestione della rete, nonostante l’evento (raro) abbia avuto dei precedenti noti in sistemi dove non c’erano ancora le rinnovabili non programmabili. Pensando di essere in minoranza non emerge la disponibilità delle popolazioni a cooperare per mitigare l’impatto del cambiamento climatico. Forse è necessario alzare la voce per farsi sentire!
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