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L'invecchiamento degli occupati

…fattore distorsivo nelle dinamiche lavorative

Giuseppe Roma 05/02/2025

L'invecchiamento degli occupati L'invecchiamento degli occupati L’aumento dell’occupazione è forse il dato più positivo registrato nel periodo successivo alla pandemia, relativamente alle condizioni sociali del paese. Ci sono, tuttavia, fattori strutturali che meriterebbero maggiore attenzione al fine di individuare gli interventi e i rimedi indispensabili per mantenere una sintonia fra lavoro e sviluppo. Negli ultimi due anni (novembre 2022-2024) il complesso degli occupati è cresciuto di 825.000 unità, ma ben 660.000 si collocano nella classe d’età 50-64 anni e ulteriori 133.000 in quella 65-89 anni. In altri termini, ben il 96% dell’incremento occupazionale dell’ultimo biennio riguarda la fascia dei lavoratori anziani. All’estremo opposto, diminuiscono di 43.000 unità i giovani occupati con meno di 24 anni.  In questo scenario si combinano diversi fattori. C’è certo un effetto demografico dovuto alla riduzione dei giovani in età lavorativa, tuttavia nell’ultimo biennio il tasso d’occupazione dei ventenni si è ridotto di ben un punto percentuale. E’ peggiorato l’accesso e la partecipazione al lavoro delle nuove generazioni, seppur ridotte di numero.
 
L’aumento di occupati anziani è presumibile sia da attribuire a un prolungamento in attività indispensabile per gli equilibri previdenziali. Tuttavia, nella fase attuale l’obsolescenza delle competenze professionali mette a rischio anche la stabilità lavorativa soprattutto dei più anziani e per questo sarebbe indispensabile un più incisivo intervento formativo. Infine, la media nazionale non rappresenta più una sintesi della condizione lavorativa dell’intero Paese, visto il divario fra un Nord con tassi d’occupazione europei del 70% e un Mezzogiorno che non riesce a superare il 50%. I critici non mancano di sollevare questioni senz’altro esistenti, come i bassi salari e il precariato, ma per caratterizzarsi politicamente finiscono per dar credito a una narrazione che corrisponde solo parzialmente alla realtà. I numeri ci dicono che il prolungamento in attività dei sessantenni contribuisce significativamente ad accrescere gli occupati, ma che restano insoluti i problemi più gravi : la partecipazione al lavoro di giovani, donne e Mezzogiorno.
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