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I dazi “analfabeti” di Trump
Gli americani, grazie al dollaro, consumano e spendono troppo
Fabrizio Galimberti 03/02/2025

Ecco un altro esempio di quello che su queste colonne (vedi ‘InPiù dell’11 novembre scorso) ho chiamato “l’analfabetismo economico’ dell’Amministrazione Trump. Bastano le quattro operazioni (anzi, solo due delle quattro) per capire che il deficit corrente (una più vasta accezione del deficit commerciale) è la spia di un Paese che vive al di sopra delle proprie risorse. Il problema degli americani è che sono ‘addicted’ a spendere più di quanto si potrebbero permettere. Sia le famiglie che il Governo spendono troppo. Per fare due esempi: nel 2023 il tasso di risparmio delle famiglie nell’Eurozona era del 14,1% (in percentuale del reddito disponibile); negli Stati Uniti, del 4,7% (grazie all'infaticabile consumatore americano). E i ‘deficit gemelli’ (somma del deficit corrente e del deficit del bilancio pubblico, in percentuale del Pil), secondo le stime del Fondo per il 2024, assommano a -0.5% per l’Eurozona, e -10,9% per gli Usa. I dazi non possono correggere questa ‘addiction’ dell’America. Gli americani hanno potuto vivere con questi squilibri indebitandosi col resto del mondo e godendo di investimenti diretti e finanziari, appoggiandosi al ruolo del dollaro come moneta chiave della finanza mondiale. Ma durerà per sempre? Un vecchio detto, diretto ai dittatori vecchi e nuovi, recita: “Si può ingannare una parte del popolo per tutto il tempo, e si può ingannare tutto il popolo per un po’ di tempo, ma non si possono ingannare tutti per tutto il tempo”.
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