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Ancora il carcere
Non accenna a migliorare la situazione degli istituti di pena
Luciano Panzani 09/01/2025

A fronte di questa situazione, ben nota e che ha radici risalenti, soltanto in parte imputabili alle scelte del governo Meloni in materia di sicurezza e repressione penale, si è cercato di porre rimedio nell’agosto scorso con il decreto Carceri. Tra i punti principali l’assunzione di mille nuovi agenti penitenziari entro il 2026; semplificazioni burocratiche per riconoscere ai detenuti che ne hanno diritto sconti di pena; per permettere a persone con tossicodipendenze o disturbi psichici di seguire percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale in strutture alternative al carcere. Il decreto ha inoltre istituito il Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria, con uno stanziamento di oltre 250 milioni per nuova edilizia carceraria che potrebbe garantire spazi meno angusti e più ‘umani’ per un totale di oltre settemila posti detentivi. Quale commissario il Governo ha scelto Marco Doglio, manager con grande esperienza nel settore finanziario ed immobiliare, fino al 2022 responsabile della Direzione immobiliare di Cdp.
E’ dubbio che si tratti di provvedimenti decisivi a fronte della situazione in atto e molte voci chiedono un’amnistia o comunque interventi immediati. Secondo l’arch. Domenico Alessandro De Rossi, presidente del CESP (Centro Europeo di Studi Penitenziari), i tempi di realizzo di nuove carceri sono molto lunghi. A suo giudizio sarebbe preferibile prevedere il trattamento dei detenuti tossicodipendenti in strutture esterne ( ad esempio Croce Rossa) con la possibilità di ridurre il numero dei detenuti del 30%. Nel 2013 l’Italia fu condannata dalla Corte europea per i diritti umani per il caso Torregiani, a dimostrazione che si tratta di mali antichi. Non si è mai voluto aumentare il numero delle carceri, prendendo atto che l’attuale disponibilità è insufficiente e non si è voluto ricorrere alle amnistie, frequenti sino all’approvazione del codice di procedura penale del 1989. Pare evidente che scelte in questa direzione vanno fatte, prima che la situazione sfugga decisamente di mano e l’Italia sia condannata anche in sede internazionale. Intanto Papa Francesco il 26 dicembre ha voluto aprire una Porta Santa nel carcere romano di Rebibbia, sottolineando la necessità di iniziative (amnistie, condoni della pena, percorsi di reinserimento nella comunità) che restituiscano ciò che è fondamentale in ogni carcere: la speranza.
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