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Pressione fiscale, polemiche e realtà
L'andamento è in linea con le previsioni del Piano strutturale di bilancio, ma con crescita in calo
Sergio De Nardis 07/01/2025

Ma quando si parla di tasse non è al Pil reale che bisogna guardare, ma a quello nominale che è tuttora in linea con le attese (+2,9% nei primi tre trimestri, come nelle previsioni del PSB per l’intero 2024), grazie al contributo dell’inflazione. Certo, c’è un effetto fiscal drag (aumento di gettito causato dell’inflazione) a tener su la pressione fiscale, ma non costituisce una novità: era già nei conti di settembre. Non sorprende, quindi, che le imposte stiano andando quasi come previsto. Se poi si vanno a guardare le componenti, si riscontra che sono soprattutto i contributi sociali (quindi occupazione) e le imposte indirette (consumi) a sospingere il gettito nell’ultima fase, mentre le imposte dirette hanno fornito il loro maggior contributo (nel confronto con lo stesso periodo del 2023) a inizio d’anno e quelle in conto capitale (che incidono poco) sono in regresso. Se quindi un interrogativo emerge, esso riguarda piuttosto la congruenza di un quadro macroeconomico che vede un mercato del lavoro robusto in un contesto di crescita in affievolimento: è aumentata sensibilmente, dal 2023, l'elasticità dell'occupazione al Pil. E' vero che il lavoro costa "poco" anche per l'ossessione di questo e dei precedenti governi per le misure di decontribuzione (che tendono a sostituire gli incrementi di salario lordo a carico dell’impresa), ma ciò non può aver avuto effetti così dirompenti come quelli implicati dai correnti dati su occupazione e attività economica. Quindi la domanda vera è: vedremo tra qualche tempo una correzione Istat al rialzo del Pil reale del 2023 e 2024?
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