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Politiche industriali, l'autogol del ministro Giorgetti
Dimentica di essere l'azionista dei maggiori gruppi italiani
Claudio Di Donato 17/12/2024
Politiche industriali, l'autogol del ministro Giorgetti
Dal palco di Atreju il Ministro Giancarlo Giorgetti ha regalato una lezione vestendo i panni dell’economista. Ma due riferimenti alimentano qualche perplessità. Il primo è che la crescita asfittica dell’Italia riflette l’inverno demografico, ma l’economista Giorgetti ha sorvolato su alcuni numeri: la crescita a tassi dello zero virgola è una costante da oltre 20 anni, e tra il 1990 e il 2020, come ha ricordato il Censis, il valore delle retribuzioni degli italiani è aumentato del 3% contro incrementi di oltre il 40% in Germania e Francia. Ma soprattutto Giorgetti non ha indicato cosa sta realizzando il governo per contrastare la crisi demografica.Più clamoroso tuttavia il secondo riferimento. Sulla scia della crisi Stellantis tutti, anche all’interno della maggioranza, invocano una politica industriale. Giorgetti ha liquidato il tema sostenendo che le politiche industriali le fanno gli investitori e non i governi. Risposta quantomeno bizzarra, considerato che il suo collega di governo Adolfo Urso ha scritto un voluminoso un Libro verde al riguardo e tra qualche mese presenterà un libro bianco. Ma ammesso che la ragione sia dalla parte del responsabile dell’economia, forse Giorgetti ha dimenticato che il suo ministero è di gran lunga il principale investitore in Italia. Detiene partecipazioni di controllo in una quarantina di imprese tra dirette e indirette tra cui Eni, Enel, Leonardo, Ferrovie, Anas, Poste, CdP, RAI, Saipem, Terna, Fintecna, Invitalia, Mps, TIM, Sogin, STM. Quale sia il valore aggiunto dell’azionista Stato su energia, infrastrutture, rete tlc e gestione del risparmio è tutto da verificare. E soprattutto gli italiani, che hanno votato Giorgetti per fare il ministro e non l’economista, attendono risposte non teorie sui massimi sistemi.
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