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Gli scioperi nei trasporti e le tariffe ferme malgrado l'inflazione
Le aziende non riescono a chiudere i contratti anche perché molte hanno tenuto fermi i ricavi
Giampaolo Galli 11/12/2024
Gli scioperi nei trasporti e le tariffe ferme malgrado l'inflazione
Per i prossimi giorni, in particolare fra il 13 e il 15 dicembre, sono annunciati numerosissimi scioperi, locali e nazionali, nel settore dei trasporti. Altri ne potrebbero arrivare, a sorpresa, anche nel periodo natalizio. Da quello che si apprende, nel comparto del trasporto pubblico locale, che comprende oltre 100 mila addetti, i sindacati chiedono il rinnovo del contratto, scaduto alla fine del 2023, con aumenti del 18%, l’inflazione cumulata fra il 2020 e il 2024. Per le aziende questi aumenti sarebbero proibitivi; per questo chiedono un aumento della dotazione del Fondo nazionale Trasporti di 800 milioni per il 2025, 680 milioni in più rispetto ai 120 milioni previsti dalla legge di bilancio. Forse hanno le loro ragioni, anche perché la domanda non ha ancora recuperato i livelli pre-covid. Però uno studio dell’Osservatorio sui Conti Pubblici dell’Università Cattolica ha scoperto che in moltissime realtà negli ultimi anni le tariffe sono rimaste ferme o sono aumentate molto meno dell’inflazione. In media, nel periodo 2020-2024, le tariffe sono aumentate del 9,7% nel trasporto su gomma e del 12,5% nel trasporto ferroviario regionale. Fra le città principali, le tariffe sono ferme a Roma, Palermo, Bologna, Bari, Venezia. Nel trasporto ferroviario regionale, le tariffe sono ferme in Lazio, Sardegna e Valle d’Aosta.
Forse in alcune realtà, gli amministratori si vergognano di aumentare le tariffe, dato lo stato comatoso del servizio. La questione è però un'altra: aumentare le tariffe è sempre un po’ impopolare, ma in generale è necessario per il buon funzionamento delle aziende. L’idea che, essendo pubbliche o semipubbliche, le aziende di trasporto possono contare su trasferimenti pubblici ex-post è un disincentivo alla buona gestione e finisce per essere insostenibile in tempi di vacche magre per le finanze pubbliche.
Forse in alcune realtà, gli amministratori si vergognano di aumentare le tariffe, dato lo stato comatoso del servizio. La questione è però un'altra: aumentare le tariffe è sempre un po’ impopolare, ma in generale è necessario per il buon funzionamento delle aziende. L’idea che, essendo pubbliche o semipubbliche, le aziende di trasporto possono contare su trasferimenti pubblici ex-post è un disincentivo alla buona gestione e finisce per essere insostenibile in tempi di vacche magre per le finanze pubbliche.
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