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Landini e lo scorpione di Esopo

Gli appelli alla rivolta del segretario Cgil

Riccardo Illy 02/12/2024

Landini e lo scorpione di Esopo Landini e lo scorpione di Esopo A Maurizio Landini piace fare la faccia feroce. È uno di quei negoziatori alla Bertinotti, che conclude un accordo solo se ottiene tutto ciò che ha preteso fin dall’inizio: cioè uno che di accordi ne chiude pochi. Ma anche nel mondo sindacale, ormai, vige la politica degli annunci, meglio ancora delle sparate; i risultati contano meno. L’ultima del nostro prode, che rappresenta poco più di 5 milioni di iscritti (di cui quasi la metà pensionati, con interessi in buona parte contrastanti con quelli dei lavoratori), quindi nemmeno il 10% della popolazione italiana, è che vuole “rivoltare l’Italia come un guanto”. Sembra un progetto anzitutto velleitario per chi non rappresenta nemmeno un decimo degli italiani e che non riesce nemmeno a trascinare con sé i colleghi di quella che un tempo chiamavamo la Trimurti. A maggior ragione con un centro-sinistra ancora diviso sul piano elettorale ma ancor prima su valori e obiettivi. Quando ho letto la notizia mi sono ricordato di quando Landini all’inizio degli anni Duemila, allora segretario della Fiom, spronò i lavoratori  della Eaton di Monfalcone a scioperare a oltranza per ottenere le stesse condizioni da poco ottenute dai colleghi della Fincantieri. Peccato che questi avessero un maggior potere contrattuale perché per ogni giorno di ritardo nella consegna di una nave la società doveva sborsare penali milionarie.
 
L’americana Eaton, invece, produceva valvole per motori di automobili e aveva un altro stabilimento in Polonia. Il braccio di ferro vide in una prima puntata la Eaton ritirare il piano di investimenti approvato per Monfalcone. In seguito, siccome i rapporti non si ricomposero, lo stabilimento venne definitivamente chiuso: non esiste più. Di ciò i lavoratori licenziati  e la comunità di Monfalcone deve essere grata a Landini… Anche l’invito, più o meno esplicito, alla rivolta di questi giorni si concluderà verosimilmente con un danno per la Cgil e per i suoi iscritti. Infatti il collega della Cisl, Luigi Sbarra, ha prontamente invitato Landini ad abbassare i toni e assumere un atteggiamento più collaborativo. Parole al vento; essere un barricadero è nella natura di Landini. E come lo scorpione della favola di Esopo in groppa alla rana, alla sua natura non riesce a resistere.
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