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Bce, ritorno al futuro o continuità col passato?

Ora che l'inflazione è tornata attorno al 2%

Andrea Boitani 29/11/2024

Bce, ritorno al futuro o continuità col passato? Bce, ritorno al futuro o continuità col passato? L’alta inflazione degli anni 2022-23 nell’area Euro si è esaurita e la sua varianza mese dopo mese si è fortemente ridotta. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo è tornato al 2% e le aspettative per i prossimi anni sono ancorate a quel valore, con qualche margine di ulteriore ribasso. E ciò perché la crescita è divenuta sempre più fragile e anemica a causa di una domanda interna stagnante, cioè spesa per consumi debole, dovuta a tassi di interesse reali elevati (tassi nominali ancora elevati e inflazione inferiore) e spesa privata per investimenti debole per le aspettative pessimistiche circa la crescita futura e, di nuovo, per i tassi reali alti. Inoltre, politiche di bilancio restrittive, atte a soddisfare i requisiti del nuovo Patto di stabilità, finiranno per esercitare un ulteriore effetto restrittivo sulla domanda interna, almeno per tutto il 2025.
 
Il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, in una recente lezione all’Università Bocconi, ha detto con chiarezza che questa situazione ha implicazioni significative per la condotta della politica monetaria. È necessario un “ritorno al futuro”. In primo luogo, la politica monetaria deve passare da un atteggiamento restrittivo a uno neutrale o anche espansivo. Il che implica una progressiva riduzione dei tassi. In secondo luogo, bisogna tornare a un approccio che guardi avanti, in linea con l’orientamento al medio termine che la Bce è tenuta ad assumere, invece di continuare a “seguire i dati” incontro dopo incontro, come si è fatto negli ultimi anni di inflazione elevata e incerta. Il che implica rafforzare, anche nella comunicazione delle proprie azioni future, la guida esercitata dalla Bce sugli operatori di mercato. Isabel Schnabel - tedesca e componente del comitato esecutivo della Bce – ritiene che la Eurotower potrebbe spostarsi gradualmente verso la neutralità, ma sembra voler sbarrare la strada a movimenti in territorio accomodante e continua a raccomandare di “seguire i dati”. Non resta che aspettare le decisioni del 12 dicembre e le comunicazioni che seguiranno.
 
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