G20: lotta alla povertà (ma trascura l'Ucraina)

G20: lotta alla povertà (ma trascura l'Ucraina) “Un’alleanza globale contro la fame e la povertà”: questa era la bandiera del G20 appena concluso a Rio De Janeiro. “I poveri saranno sempre fra voi”, disse Gesù, e quindi è giusto combattere sempre contro la fame e la povertà (il G20 copre l’85% dell’economia globale). Ma le priorità avrebbero dovuto essere altre, in un momento in cui due guerre insanguinano l’Europa e il Medio Oriente, e l’ordito e la trama degli scambi internazionali sono minacciati dai dazi di Trump. Ma queste altre priorità sono appunto quelle in cui è difficile mettersi d’accordo. Il comunicato consiste di ben 85 punti – molti dei quali lunghi e verbosi – che spaziano dai cambiamenti climatici alla tassazione internazionale e al clean cooking.
 
Ma l’Ucraina è menzionata una sola volta (punto 9), e solo per banalmente auspicare una pace: “comprensiva, giusta e durevole”, naturalmente… Al punto 7, peraltro, si dice, senza nominare nessuno, che “in linea con lo Statuto dell’Onu, tutti gli Stati devono astenersi dall’uso della forza nel cercare acquisizioni territoriali violando l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato”. La Russia, senza battere ciglio e senza vergogna, ha approvato queste parole del Comunicato finale. Solo nel caso del Medio Oriente il comunicato è esplicito nel chiedere un cessate il fuoco e reiterare la necessità dei ‘due Stati’ (fortunatamente Israele non è nel G20). Arrivederci al 2025, quando il G20 (ora è G21, dato che è entrata anche l’Unione africana) si riunirà in Sudafrica.

TAG: povertàg20ucraina

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