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Soldi e clima, il G20 chiama la Cop29
I grandi riuniti a Rio riducono gli impegni ambientali e si affidano alla Banca Mondiale
Pia Saraceno 20/11/2024
Una riunione ministeriale del G20
Si sapeva che parte della partita della Cop29 di Baku si sarebbe giocata al G20 in Brasile, terminato ieri. Nel testo del comunicato ufficiale, il G20 ha cancellato la frase, contenuta in una prima versione, relativa all'impegno di attenersi alla traiettoria di riduzione delle emissioni entro il 2030 per giungere al 2050 a zero emissioni. Invita invece ad "accelerare la riforma dell'architettura finanziaria internazionale in modo che possa rispondere alla sfida urgente dello sviluppo sostenibile, del cambiamento climatico e degli sforzi per eliminare la povertà". Un ruolo più importante viene assegnato al Fondo per lo sviluppo di Banca Mondiale (Ida), allargando così anche la platea dei paesi donatori. Molti paesi in passato beneficiari come Cina, Cile, India, Corea del Sud e Turchia oggi contribuiscono al fondo come donatori. Le risorse raccolte da Ida contribuiscono infatti alla parte di finanziamenti delle Banche Multilaterali di Sviluppo (Mdb), per il Nuovo obiettivo di finanza per il clima (New Collective Quantified Goal -Ncqg).
La prima settimana a Baku è terminata in un clima conflittuale alimentato anche dalla presidenza azera, in aperta ostilità con la Francia, ed il ritiro da parte dell'Argentina dei propri delegati, apparentemente anticipando le annunciate mosse della nuova amministrazione Usa. A conclusione della prima settimana 125 paesi avevano chiesto di mettere nel cosiddetto "Cop29 package" al primo posto l'attuazione di quanto deciso nel Cop28, modificando l'ordine delle priorità che potrebbero definire il successo di questa Cop. Difficile ora che la richiesta trovi il consenso di tutti. Nel cosiddetto "Cop29 package" però la mitigazione, la finanza e l'adattamento, nonché elementi chiave sulla transizione equa, le questioni di genere e i diritti umani stanno ai primi posti. La fase di negoziazione inizia oggi, profonde sono ancora le divisioni sulla mitigazione. Per quanto riguarda l'Ncqg, ai ministri è stato chiesto di affrontare innanzitutto le questioni relative alla struttura del pacchetto finanziario, alla sua quantità e alla definizione dei donatori. Bisognerà attendere la fine della conferenza per capire il nuovo flusso annuale per il prossimo periodo (la cifra di 100 miliardi all'anno promessi fino al 2025 si dovrebbe moltiplicare per 10) e il ruolo della tassazione internazionale per finanziarla.
La prima settimana a Baku è terminata in un clima conflittuale alimentato anche dalla presidenza azera, in aperta ostilità con la Francia, ed il ritiro da parte dell'Argentina dei propri delegati, apparentemente anticipando le annunciate mosse della nuova amministrazione Usa. A conclusione della prima settimana 125 paesi avevano chiesto di mettere nel cosiddetto "Cop29 package" al primo posto l'attuazione di quanto deciso nel Cop28, modificando l'ordine delle priorità che potrebbero definire il successo di questa Cop. Difficile ora che la richiesta trovi il consenso di tutti. Nel cosiddetto "Cop29 package" però la mitigazione, la finanza e l'adattamento, nonché elementi chiave sulla transizione equa, le questioni di genere e i diritti umani stanno ai primi posti. La fase di negoziazione inizia oggi, profonde sono ancora le divisioni sulla mitigazione. Per quanto riguarda l'Ncqg, ai ministri è stato chiesto di affrontare innanzitutto le questioni relative alla struttura del pacchetto finanziario, alla sua quantità e alla definizione dei donatori. Bisognerà attendere la fine della conferenza per capire il nuovo flusso annuale per il prossimo periodo (la cifra di 100 miliardi all'anno promessi fino al 2025 si dovrebbe moltiplicare per 10) e il ruolo della tassazione internazionale per finanziarla.
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