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Legge di bilancio, che fare con gli emendamenti?

Anche dopo le tagliole iniziali, rimangono troppe richieste di modifica; c'è un serio problema di rapporto fra esecutivo e legislativo

Giampaolo Galli 19/11/2024

Legge di bilancio, che fare con gli emendamenti? Legge di bilancio, che fare con gli emendamenti? Come ogni anno, la legge di bilancio viene sommersa da migliaia di emendamenti, molti proposti da esponenti della maggioranza, e ci si chiede come sarà possibile superare tanti ostacoli e arrivare all’approvazione della legge entro la fine dell’anno onde evitare l’esercizio provvisorio. Molti anni addietro economisti di valore come Luigi Spaventa bollavano questo come un grave malcostume italiano e segnalavano l’esempio del Regno Unito, dove il budget proposto dal cancelliere dello Scacchiere era quasi inemendabile. Da allora ben poco è cambiato, salvo che la legge del 2009 sulla contabilità pubblica obbliga la Presidenza della Commissione Bilancio a espungere d’ufficio gli emendamenti che non hanno adeguata copertura (cosiddetta “carenza di compensazione”) o che contengono “norme di delega, di carattere ordinamentale o organizzatorio, o interventi di natura localistica o microsettoriale”. Nei giorni scorsi, questo meccanismo ha consentito di escludere circa ben 1.300 emendamenti su 4.511. Inoltre ci siamo abituati ad una prassi assai anomala in base alla quale il Presidente della Commissione Bilancio si rivolge ai gruppi e chiede loro di segnalare non più di poche centinaia di emendamenti, posto che il governo può sempre scavalcare il dibattito in Commissione e porre la fiducia sul solito maxi-emendamento, sia pure dopo un formale rinvio in Commissione obbligatorio alla Camera (ma non al Senato).  Dunque, se i parlamentari vogliono discutere la legge (che dovrebbe essere il loro specifico compito), devono essere ragionevoli e selezionare un numero ridotto di proposte.
 
Ad ogni gruppo viene assegnato un numero massimo di emendamenti (in questo caso 250 alla maggioranza, 320 alle opposizioni e 30 al gruppo misto). I tempi assegnati per effettuare la selezione sono strettissimi, pochi giorni, e in quei pochi giorni in ogni gruppo, lontano dagli occhi dell’opinione pubblica, si scatena quella che a volte è una vera e propria guerra di tutti contro tutti. A questa guerra partecipano tutti i parlamentari, non solo quelli della Commissione Bilancio, perché la discussione in Commissione sulla Legge di Bilancio è aperta a tutti. Tutto bene dunque? La risposta è certamente negativa perché discutere qualcosa come 600 emendamenti in un mese e mezzo è anch’essa impresa pressoché impossibile e capita spesso che non ci sia il tempo per discutere. Soprattutto, non c’è il tempo per discutere ed eventualmente sub-emendare i corposi emendamenti (più o meno maxi) che il governo propone in una delle ultime notti utili. Insomma, abbiamo migliorato un po’, ci siamo abituati ad una prassi davvero anomala, ma rimane un grande problema che riguarda il cuore il rapporto fra il potere esecutivo e il legislativo. Bisognerebbe trovare il modo di discutere, ma per davvero, alcune decine, non centinaia, di emendamenti.
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