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La Bce domani taglierà altri 25 punti base

Altro taglio entro fine anno e poi si spera nella politica europea per rilanciare lo sviluppo

Marcello Messori 16/10/2024

La Bce domani taglierà altri 25 punti base La Bce domani taglierà altri 25 punti base È molto probabile che, domani, la Banca centrale europea (Bce) tagli di 25 punti base il tasso di interesse sulle riserve non obbligatorie delle banche europee; e, se la tragica situazione medio-orientale non sfocerà in un prolungato innalzamento del prezzo del petrolio offerto ai paesi dell’Unione europea, questo taglio sarà seguito da un’analoga riduzione prima della fine dell’anno. In tal modo, il tasso di riferimento di policy nell’euro-area scenderà al 3% e si avvicinerà, così, al livello che rende neutrale l’intonazione della politica monetaria. Data l’analisi che ho proposto in recenti interventi su InPiù, queste previsioni dovrebbero attestare che – contrariamente a quanto si temeva fino a qualche settimana fa – la Bce sta imboccando la buona strada e promette di percorrerla a ritmi analoghi a quelli della banca centrale statunitense.
 
Il problema è che la svolta della Bce trova spiegazione nell’ormai evidente deterioramento del quadro macroeconomico. I dati confermano che molti paesi dell’euro-area sono in recessione o stagnazione a causa della crisi del settore manifatturiero e dell’inefficienza di vari servizi a esso collegati. Tali difficoltà strutturali non sono superabili mediante le sole politiche monetarie neutrali o espansive. Per essere efficaci, le positive iniziative della Bce dovrebbero accompagnarsi a politiche di bilancio per il sostegno dei cambiamenti nell’obsoleto modello produttivo europeo. Tale auspicio pare contraddetto dalle nuove regole fiscali che obbligano gran parte dei paesi europei ad aggiustamenti restrittivi e pro-ciclici, pur se graduali. La contraddizione, tuttavia, scomparirebbe se le inevitabili correzioni nazionali sfociassero nella costruzione di una ricorrente e adeguata capacità fiscale centralizzata a livello europeo. Si tratta quindi di ripristinare, ma con impegni di lungo termine, quel policy mix che ha caratterizzato la risposta alla pandemia. La nuova Commissione saprà realizzare una strategia tanto ambiziosa ma, al contempo, ineludibile per il “futuro dei nostri nipoti”?   
 
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