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Le parole equivoche della politica
Da tesoretto a extraprofitti fino a “facoltativo”
Paolo Mazzanti 26/09/2024
Le parole equivoche della politica
In questi giorni amari per chi deve scrivere la Legge di Bilancio, la politica cerca di illudersi inventando parole che hanno poco o punto significato o che nascondono anziché illuminare la realtà. Ricorre la parola “tesoretto”, utilizzata a sproposito da chi spera di allentare ancor più le maglie della spesa pubblica: ma che tesoretto può mai esserci per uno Stato che veleggia verso i tremila miliardi di debito? Se grazie all’aumento dell’occupazione e ai sistemi informatici di lotta all’evasione il Fisco racimola qualche miliardo di euro più del previsto, non si tratta di “tesoretto”, cioè di soldi in più da redistribuire, ma di risorse da utilizzare per ridurre un pochino la montagna del debito.
Stessa cosa col termine “extraprofitti” che non esiste nei manuali di economia ed evoca arricchimenti smodati e ingiustificati, mentre di solito si tratta di recuperi di profittabilità dopo periodi di profitti molto bassi (ma nessuno ha coniato il termine “minusprofitti”). Nulla vieterebbe tuttavia di prevedere un’aliquota Ires maggiorata per i profitti delle imprese (ma di tutte le imprese, non solo quelle di qualche settore) che superano una certa percentuale rispetto a quelli dell’anno precedente. Così le imprese che guadagnano “troppo” pagherebbero un po’ di più. E infine si sta sviluppando una querelle sull’assicurazione obbligatoria per le case in caso di catastrofi: per le imprese è già prevista, con difetti e lacune di cui ha scritto su InPiù Claudio Di Donato. Ebbene, Salvini è contrario a quella per le case e propone di renderla facoltativa. Esattamente come adesso.
Stessa cosa col termine “extraprofitti” che non esiste nei manuali di economia ed evoca arricchimenti smodati e ingiustificati, mentre di solito si tratta di recuperi di profittabilità dopo periodi di profitti molto bassi (ma nessuno ha coniato il termine “minusprofitti”). Nulla vieterebbe tuttavia di prevedere un’aliquota Ires maggiorata per i profitti delle imprese (ma di tutte le imprese, non solo quelle di qualche settore) che superano una certa percentuale rispetto a quelli dell’anno precedente. Così le imprese che guadagnano “troppo” pagherebbero un po’ di più. E infine si sta sviluppando una querelle sull’assicurazione obbligatoria per le case in caso di catastrofi: per le imprese è già prevista, con difetti e lacune di cui ha scritto su InPiù Claudio Di Donato. Ebbene, Salvini è contrario a quella per le case e propone di renderla facoltativa. Esattamente come adesso.
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