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Posti di lavoro, settore pubblico e intelligenza artificiale
Quanto si potrebbe risparmiare con un ampio utilizzo delle nuove tecnologie?
Andrea Battista 19/09/2024
Posti di lavoro, settore pubblico e intelligenza artificiale
Quando si dibatte di intelligenza artificiale (IA), il tema del lavoro che sarà distrutto e non sostituito dalla nuova tremenda e potente tecnologia è naturalmente all’ordine del giorno. Mi sono già espresso sul punto su Inpiù. Storicamente, l’innovazione tecnologica e lo sviluppo economico indotto creano lavoro ma questa non è una polizza assicurativa sul futuro del lavoro, che è e resta aperto in ambo le direzioni. C’è però un settore dove sembra che nessuno sembra prendere in considerazione gli impatti sul lavoro dell’IA: l’impiego pubblico. Certamente una macchina complessa e a forte contenuto di back office come la Pa ha e avrà applicazioni importanti dell’IA – penso solo come esempi ai sistemi di lettura dei documenti o alla robotizzazione delle attività’ operative.
Ma quando si tocca il lavoro pubblico il refrain è sempre lo stesso: non è vero che in Italia i dipendenti pubblici sono troppi nel confronto internazionale e dobbiamo quindi prepararci a sostituire il copioso turn over atteso nei prossimi 5-10 anni. Così anche esponenti del Governo si sono espressi a Cernobbio. Riferirsi a cosa succede oggi negli altri paesi è un errore logico, perché le applicazioni di IA non sono ancora nei numeri osservati. Con visione proiettata al futuro non dovrebbe essere difficile almeno immaginare – anche a parità di funzioni, ipotesi tutta da pensare e verificare – un settore pubblico più efficiente e meno costoso, inserendo progressivamente funzionari e impiegati con skill diverse e magari, quando opportuno, meglio pagati. Vista l’indiscutibile “domanda” di spesa pubblica in giro per il mondo – da ultimo per ora il Rapporto Draghi – sprecare le occasioni strutturali di ridurla sarebbe davvero un peccato, a prescindere dalle visioni di fondo di ciascuno. Ad oggi, bisogna ritenere che almeno in Italia il peccato sarà allegramente commesso e non confessato.
Ma quando si tocca il lavoro pubblico il refrain è sempre lo stesso: non è vero che in Italia i dipendenti pubblici sono troppi nel confronto internazionale e dobbiamo quindi prepararci a sostituire il copioso turn over atteso nei prossimi 5-10 anni. Così anche esponenti del Governo si sono espressi a Cernobbio. Riferirsi a cosa succede oggi negli altri paesi è un errore logico, perché le applicazioni di IA non sono ancora nei numeri osservati. Con visione proiettata al futuro non dovrebbe essere difficile almeno immaginare – anche a parità di funzioni, ipotesi tutta da pensare e verificare – un settore pubblico più efficiente e meno costoso, inserendo progressivamente funzionari e impiegati con skill diverse e magari, quando opportuno, meglio pagati. Vista l’indiscutibile “domanda” di spesa pubblica in giro per il mondo – da ultimo per ora il Rapporto Draghi – sprecare le occasioni strutturali di ridurla sarebbe davvero un peccato, a prescindere dalle visioni di fondo di ciascuno. Ad oggi, bisogna ritenere che almeno in Italia il peccato sarà allegramente commesso e non confessato.
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