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Nella UE la coesione ha funzionato
… per chi ha seguito le regole europee
Giuseppe Roma 13/09/2024
Nella UE la coesione ha funzionato
Nella recente Conferenza Europea di Scienze Regionali, Elisa Ferreira, commissaria UE uscente per la Coesione Territoriale, ha riaffermato la validità delle politiche regionali che, nel lungo periodo, hanno ridotto significativamente le diseguaglianze territoriali nella Unione a 27. Ne hanno beneficiato in particolare i paesi dell’Est che partivano da livelli molto bassi. Considerando il Pil pro-capite (PPP) fra il 2000 e il 2023, la Bulgaria è passata dal 29% al 63% del valore medio europeo, la Romania dal 27% al 79%, la Polonia dal 48% all’80%, l’Ungheria dal 56% al 74%. Miglioramenti hanno ottenuto anche paesi collocati a Est che partivano da una migliore condizione come la Repubblica Ceca, dal 74% al 92%, o la Slovenia, dall’89% al 92%. Con l’innalzamento del valore medio, la posizione relativa dei paesi più produttivi si è ridotta. Così la Germania è passata da un indice di 125 rispetto al 100 medio della UE, a 117, la Francia da 118 a 102, i Paesi Bassi da 144 a 134.
A peggiorare ancora di più, scendendo sotto la media, sono stati i paesi mediterranei. Pur non considerando la Grecia per le sue particolari vicende, la Spagna è passata dal 98% del Pil pro-capite europeo del 2000 all’88% del 2023, il Portogallo dall’85% all’82%. Ma il salto all’indietro peggiore lo ha fatto l’Italia, il cui Pil pro-capite era superiore del 22% a quello europeo nel 2000 e ora è inferiore del 3%. I meccanismi messi in campo per il riequilibrio territoriale europeo sono stati, evidentemente, più efficaci nel far crescere chi si trovava nelle posizioni peggiori, ma non hanno sufficientemente stimolato i paesi più sviluppati, peraltro contributori netti delle politiche regionali. Nel caso italiano, a queste tendenze generali vanno aggiunte le croniche inefficienze burocratiche, progettuali e attuative nell’uso delle risorse europee. La Ferreira, in un colloquio riservato, ha confermato il perdurare di difficoltà nei rapporti operativi fra Italia e Commissione in questo campo, anche se non mancano casi di successo. La Commissaria ha raccontato di come fosse stato ben gestito il grande progetto per l’area archeologica di Pompei, realizzato rispettando tempi e costi. Si era solo meravigliata che a presentarlo, nell’inaugurazione, era stato un generale dei Carabinieri.
A peggiorare ancora di più, scendendo sotto la media, sono stati i paesi mediterranei. Pur non considerando la Grecia per le sue particolari vicende, la Spagna è passata dal 98% del Pil pro-capite europeo del 2000 all’88% del 2023, il Portogallo dall’85% all’82%. Ma il salto all’indietro peggiore lo ha fatto l’Italia, il cui Pil pro-capite era superiore del 22% a quello europeo nel 2000 e ora è inferiore del 3%. I meccanismi messi in campo per il riequilibrio territoriale europeo sono stati, evidentemente, più efficaci nel far crescere chi si trovava nelle posizioni peggiori, ma non hanno sufficientemente stimolato i paesi più sviluppati, peraltro contributori netti delle politiche regionali. Nel caso italiano, a queste tendenze generali vanno aggiunte le croniche inefficienze burocratiche, progettuali e attuative nell’uso delle risorse europee. La Ferreira, in un colloquio riservato, ha confermato il perdurare di difficoltà nei rapporti operativi fra Italia e Commissione in questo campo, anche se non mancano casi di successo. La Commissaria ha raccontato di come fosse stato ben gestito il grande progetto per l’area archeologica di Pompei, realizzato rispettando tempi e costi. Si era solo meravigliata che a presentarlo, nell’inaugurazione, era stato un generale dei Carabinieri.
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