Versione stampabile Riduci dimensione testo Aumenta dimensione testo

Il Pil salvato dal turismo

… un settore da industrializzare

Giuseppe Roma 02/08/2024

Il Pil salvato dal turismo Il Pil salvato dal turismo Il rimbalzo del nostro Pil ha visto compensare il rallentamento della manifattura con edilizia e servizi turistici. Ora che anche il contributo delle costruzioni tende ad affievolirsi, per fortuna possiamo contare sulla robusta crescita del turismo, che sta registrando aumenti a due cifre nei flussi di visitatori stranieri. Anche per le difficoltà della Cina che ci precedeva, dovremmo ormai collocarci al quarto posto al mondo per attrazione di viaggiatori internazionali, dopo Francia, Spagna e Stati Uniti. Una conseguenza della repentina ripartenza dei viaggi a livello mondiale e dello straordinario patrimonio storico e ambientale italiano. Non c’è chilometro quadrato del nostro paese che non custodisca bellezze, storia o tradizioni in grado di affascinare un viaggiatore. Eppure, gli stranieri che vengono da noi sono poco più della metà di quelli che dichiara la Francia (sospettata di gonfiare i dati), ma un terzo in meno di quelli che vanno in Spagna. Inoltre, la Turchia ci tallona con 55,2 milioni di arrivi rispetto ai nostri 57 milioni. Il turismo resta concentrato in pochi contesti, con il Mezzogiorno escluso dai grandi flussi. Queste diseguaglianze territoriali provocano il sovraccarico delle destinazioni note, mentre la debole partecipazione di tanta parte dell’Italia spiega un bilancio complessivo al di sotto del potenziale di attrattività del nostro paese.
 
Dobbiamo, poi, considerare che i servizi turistici hanno anche una componente domestica e segmenti di mercato non riconducibili alle sole vacanze. Fra gennaio e maggio 2024 i pernottamenti complessivi (nazionali e internazionali) sono stati in Italia inferiori di più del 20% a quelli della Spagna e persino della Germania. Evidentemente, si possono offrire opportunità di visita anche “fuori stagione” e soprattutto incentivare il turismo d’affari, di fiere e congressi. In questi giorni traspare la preoccupazione che il nostro paese perda il treno della manifattura per diventare un parco di divertimenti. Giudizio non condivisibile. La produzione industriale ha necessità di trovare strategie e investimenti per svilupparsi ulteriormente e accrescere la sua competitività. Il turismo, a sua volta, deve evolvere verso un modello industriale per creare ancora maggiore valore aggiunto e occupazione, gestendo opportunamente i flussi ed evitando il super-sfruttamento di poche realtà. Un’industria dove si affermino imprese strutturate, dove convergano gli sforzi per migliorare infrastrutture, trasporti, reti digitali, decoro, pulizia etc. La domanda per godere del tempo libero tenderà a crescere, anche grazie a una maggiore flessibilità nei tempi di lavoro, e dovremmo preparaci ad accoglierla in modo organizzato e ordinato.
 
Altre sull'argomento
Francia: dopo due mesi, fumata bianca
Francia: dopo due mesi, fumata bianca
Ma non sappiamo se il Primo Ministro Barnier riuscirà a governare
Servizi e costruzioni reggono il Pil
Servizi e costruzioni reggono il Pil
Ma il piano cui sta lavorando il governo sconta un elevato grado di ...
La stupidità del nazionalismo
La stupidità del nazionalismo
Senza senso il derby Italia-Germania sul Pil
Pil (0,2% nel II trimestre) trainato dai servizi
Pil (0,2% nel II trimestre) trainato dai servizi
Difficile consolidare il ciclo positivo senza il contributo dell'industria
Pubblica un commento
Per inserire un nuovo commento: Scrivi il commento e premi sul pulsante "INVIA".
Dopo l'approvazione, il messaggio sarà reso visibile all'interno del sito.