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La forte ripresa del turismo
… che ci trova impreparati
Giuseppe Roma 09/11/2023

Il bilancio presenta anche qualche ombra, però, se proiettiamo questi successi riguardanti i flussi su quello che più interessa e cioè occupazione e valore aggiunto, prestigio e influenza culturale. Intanto continuiamo a essere battuti da Francia e Spagna e, in termini di fatturato siamo persino tallonati dalla Turchia che, nel 2022, ha raggiunto i 41,4 miliardi di euro rispetto ai nostri 46,6. Il turismo italiano da sempre utilizza lo straordinario patrimonio culturale, paesaggistico, eno-gastronomico etc. come una poderosa rendita da sfruttare, ma senza valorizzarlo con un adeguato modello organizzativo. Il risultato è una concentrazione in pochi luoghi di grandi masse di turisti che non porta a utilizzare in modo sostenibile ed esteso le nostre risorse. E quando tiriamo le somme, i dati complessivi restano insoddisfacenti. Basti per questo un esempio. Le regioni meridionali rappresentano il 41% del territorio nazionale, custodiscono praticamente tutto il patrimonio archeologico fuori di Roma, non mancano di destinazioni turistiche di antica tradizione ed eccellenza come Napoli, Palermo, Capri o Taormina, o emergenti come il Salento. Eppure complessivamente nel 2022 il Mezzogiorno ha totalizzato solo il 19,1% delle presenze, una quota praticamente invariata dal 2015. Il Nord Italia al contrario è passato, nello stesso periodo, da 47% al 57% del mercato turistico nazionale. Il “viaggio” è un prodotto industriale molto complesso, che necessita di tanti servizi territoriali da mettere a sistema. Con tutte le piattaforme informative disponibili oggi si vince con la qualità dell’offerta più che con uno stanco modello promozionale.
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