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Fisco, il concordato preventivo fa concorrenza alla flat tax

Difficile l'adesione dei forfettari, sovrastimato il maggior gettito

Claudio Di Donato 08/11/2023

Fisco, il concordato preventivo fa concorrenza alla flat tax Fisco, il concordato preventivo fa concorrenza alla flat tax Il concordato preventivo introdotto dal governo Meloni a prima vista sembra il remake di quello a firma Berlusconi-Tremonti del 2003. In realtà il “nuovo concordato” è biennale e non su tre anni. Inoltre oggi, a differenza di 20 anni orsono, esistono gli ISA (indicatori sintetici di affidabilità) e la flat tax per i forfettari con redditi fino a 85mila euro. Il concordato di Tremonti fu un autentico flop, 83mila aderenti e un maggior gettito di una sessantina di milioni rispetto alla platea potenziale di quasi 4 milioni e una stima di 2,5 miliardi di introiti. Quello approvato pochi giorni fa dal consiglio dei ministri parte con obiettivi solo apparentemente più modesti. Il governo confida in un’adesione iniziale di almeno 53mila contribuenti per un maggior gettito di 700 milioni. In pratica, più di 13mila euro in media su una platea che l’anno scorso ha dichiarato un reddito medio di 46mila euro. A questi vanno sommati i forfettari per arrivare a 760 milioni nel biennio. Ma il nuovo concordato si pone in competizione con il regime forfettario ed è difficile immaginare un’impresa e un professionista che aderiscono al concordato biennale rischiando di dover entrare nel regime ordinario e abbandonare la flat tax.
 
Il concordato poi non è rivolto a tutti ma solo ai contribuenti che hanno un punteggio ISA almeno pari a 8. La proposta quindi verrà presentata soltanto ai contribuenti già affidabili, circa un milione. È molto probabile che aderiranno alla proposta del Fisco solo quelle imprese che hanno la granitica certezza di raggiungere i livelli di ricavi e reddito della proposta. Sarebbe stato preferibile introdurre un incentivo automatico (riduzione dell’imposta) per premiare la fedeltà fiscale legato alla performance di reddito incrementale dichiarato, utilizzando gli ISA per individuare la soglia di reddito “ideale” per ogni attività economica. L’impressione è che il concordato preventivo nella migliore delle ipotesi sia più funzionale a tagliare i costi dell’accertamento piuttosto che a ridurre l’area dell’evasione.
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