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La crescita prevista non è bassa rispetto al trend dell'Italia e non giustifica questa scelta
Giampaolo Galli 28/09/2023

Come si giustifica questa scelta? La crescita, almeno nelle proiezioni ufficiali, non è debole: è vero che quest’anno siamo allo 0,8%, ma nei prossimi anni saremo all’1% o sopra (1,2 nel 2024 e 1,4 nel 2025). Sono tassi di crescita che non sfigurano rispetto a quelli dell’Italia negli ultimi 10 o 20 anni. Ed è comunque difficile prefigurare oggi un periodo futuro migliore di questo quadriennio al quale rimandare l’aggiustamento del saldo primario. Dunque – si chiederanno gli operatori finanziari, ma anche gli imprenditori che vogliano investire in Italia - quando mai l’Italia comincerà a porre le condizioni per ridurre il debito? L’unica cosa certa per ora è che la scelta è continuamente rimandata a un indefinito futuro. Così è stato per molti decenni, con poche eccezioni. Così è ancora adesso.
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