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Patto di stabilità e crescita: ci vogliono regole semplici, ma efficaci

Come regolare gli andamenti della spesa netta primaria

Andrea Boitani 25/09/2023

Patto di stabilità e crescita: ci vogliono regole semplici, ma efficaci  Patto di stabilità e crescita: ci vogliono regole semplici, ma efficaci Il quadro delle regole fiscali europee che si intravede nelle proposte della Commissione (contenute in documenti veramente troppo ripetitivi ed involuti) appare comunque migliorativo rispetto al precedente, attualmente sospeso. E non sto giudicando dal punto di vista di quanta disciplina fiscale verrà imposta all’Italia nei prossimi 2-3 anni (che è forse quanto interessa al governo in carica) ma dal punto di vista del generale buon funzionamento della governance europea. Come ho già sottolineato su InPiù, restano però alcuni difetti, da correggere finché si è in tempo. Ho detto dell’obiettivo del 60% per il rapporto debito/Pil (InPiù, 19/09/2023). Voglio dire ora della nuova regola relativa a un sentiero pluriennale per la spesa netta primaria, cioè la spesa pubblica al netto degli interessi e delle misure discrezionali dal lato delle entrate e delle spese cicliche per la disoccupazione. Si tratta di una regola che semplifica certamente il quadro assurdamente contorto (e pro-ciclico) del vecchio Patto e consentirebbe un ragionevole controllo sulla spesa da parte dei governi.
 
Tuttavia, non è una regola efficace allo scopo di ottenere una predeterminata riduzione del rapporto debito/Pil, cui sembra la Commissione voglia ora destinarla (non era così nella proposta di novembre 2022). Per ottenere una riduzione di quel rapporto (grande o piccola che sia) è necessario definire – per ogni dato prodotto tra il debito/Pil esistente e la differenza tra tasso di interesse reale e tasso di crescita del Pil reale (r – g) – un appropriato sentiero per il surplus primario. Perciò contano tutta la spesa primaria e tutte le entrate fiscali. Il sentiero della spesa primaria (e lasciamo stare le correzioni cicliche, che non c’entrano davvero niente) equivale a quello del surplus primario se e solo se i governi si legano a un predeterminato obiettivo relativo al rapporto tra entrate e Pil. In altri termini, per finalizzare la regola della spesa a una data riduzione del rapporto debito/Pil è necessario togliere ai governi un grado di libertà. Non è chiaro perché vincolare uno strumento (quello della tassazione) dovrebbe portare a maggiore efficacia.
 
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