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Le Zes al palo ma l'accentramento di Fitto non sembra la soluzione

La decisione di trasformare il Sud in un'unica “Zona economica speciale”

Claudio Di Donato 13/09/2023

Le Zes al palo ma l'accentramento di Fitto non sembra la soluzione Le Zes al palo ma l'accentramento di Fitto non sembra la soluzione Sulla Zes unica nel Sud si fronteggiano due schieramenti: per gli entusiasti è la svolta sulle politiche meridionali, mentre per i critici è l’annacquamento dell’intuizione del Governo Gentiloni di identificare un numero limitato di aree per renderle attraenti per le imprese. La prima considerazione è che il governo aveva bocciato nell’iter della delega fiscale alcuni emendamenti, in larga parte del PD, per la Zes unica e/o l’estensione delle agevolazioni a tutto il Sud. Un dettaglio esclusivamente politico ma indicativo sulla genesi delle scelte. Nel merito, la volontà di Fitto di accentrare le funzioni operative e di gestione delle Zes risponde a una realtà deficitaria, ma non c’è alcuna certezza che la modifica della governance abbia effetti positivi. Le 8 Zes istituite ormai 6 anni fa sono uno dei tanti esempi di scarsa efficienza, con rilevanti responsabilità delle regioni. Basti pensare che la nomina dei commissari è stata completata solo lo scorso anno. Ma anche lo Stato centrale non ha brillato. Le Zes infatti dal 2018 possono contare su strutture di supporto nell’amministrazione centrale, ma nessuno se n’è accorto. La Corte dei conti ha evidenziato che gli obiettivi delle Zes nell’ambito Pnrr per fine 2023 molto difficilmente saranno raggiunti. Molto esiguo il numero degli interventi per i quali si è arrivati all’aggiudicazione, la maggior parte è ancora nelle fasi preliminari e addirittura le Zes Calabria e Sardegna non mostrano alcun avanzamento nell’ultimo anno.
 
Da questo punto di vista urgono cambiamenti profondi, ma la riforma Fitto sembra limitarsi al semplice accentramento senza intervenire sulle vere criticità. La prima è la deformazione del concetto che ha portato solo in Sicilia a ben 36 aree all’interno delle Zes, quando in tutta l’Unione Europea sono soltanto 91. La seconda sono i criteri per l’allocazione delle risorse. Le Zes sono partite con una dotazione di 630 milioni dai Fondi di coesione a valere sul Pnrr. La ripartizione si fonda sul principio del finanziamento per l’avvio lavori e non per la copertura dell’intera opera, che avrebbe significato individuare alcune priorità. Non c’è alcun elemento, nel decreto Sud, che l’accentramento voluto da Fitto rimuoverà le storture che imbrigliano le Zes. La sensazione è che ancora una volta la riforma riguardi più la gestione del potere che l’efficacia delle procedure.
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