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Patto di stabilità da semplificare

Meriti e limiti della proposta della Commissione Ue con una possibile alternativa

Francesco Grillo 22/05/2023

Ursula von der Leyen Ursula von der Leyen Se consideriamo le statistiche, è vero che il patto di stabilità e crescita Ue - sospeso nel 2020 per la pandemia e di cui la Commissione ha proposto la modifica - non ha risolto i problemi strutturali dell'Ue. Senza riuscire a consolidare né la crescita e neppure la stabilità. Nel 2019 ben 13 dei 28 Paesi Ue continuavano a navigare su valori del debito pubblico superiori a quelli fissati dai Trattati al 60%. Nel frattempo, la crescita per l'area euro (del 2% nel 2014-2019) continuava ad essere inferiore a quella delle grandi economie (3% negli Usa; superiore al 6% in Cina e India). La proposta della Commissione prevede un nuovo processo di coordinamento. I Paesi vengono divisi in tre gruppi ad alta, media e bassa vulnerabilità sul debito, applicando un metodo di analisi consolidato. Poi la Commissione definisce un percorso di rientro, assumendo come indicatore non il deficit, ma la spesa pubblica (in maniera da escludere l'effetto di maggiori tasse). Infine, i Paesi presentano un piano di riforme e investimenti che può valere loro una dilazione da 4 a 7 anni del percorso di aggiustamento.
 
Questo meccanismo è uno sviluppo dell'impostazione vigente dal 2013. La novità vera è l'introduzione delle riforme e degli investimenti (proprio come per il Pnrr) come leva per rendere meno oneroso l'aggiustamento. Esiste, però, proprio sulla questione delle riforme, un problema concettuale e un nodo politico. E' verissimo che è riformando (anzi, riorganizzando) lo Stato che si può recuperare l'equilibrio. Ma è altrettanto vero che è rischioso per la stessa Commissione assumere il ruolo del maestro che valuta, con la matita rossa e blu, i programmi dei governi. Meglio semplificare ulteriormente, concordando coi singoli Stati pochi obiettivi che i cittadini possano comprendere, rendere quegli obiettivi politici, lasciando però agli Stati la discrezione di seguire un proprio approccio. Ciò aumenterebbe la possibilità di imparare gli uni dagli altri e il compito della Commissione diventerebbe quello di organizzare tale apprendimento.
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