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Pil pro capite in recupero
Stiamo riducendo il divario con Germania e Francia, ma fino a quando?
Sergio De Nardis 19/05/2023

Qualcosa dunque si è mosso con la pandemia e quel che ne è seguito. Difficile dire se duri. La Commissione stima per quest’anno ancora un recupero dell’Italia sui partner. Per il dopo, la prospettiva è incerta. Da un lato, verranno meno alcune determinanti della ripresa italiana, a partire da una politica fiscale più consona ai nostri problemi di crescita rispetto a quella degli anni pre-pandemia. Dall’altro, ci sono gli investimenti del Pnrr da concretizzare. E’ poi da tener conto che l’Italia è percorsa da forze spontanee di aggiustamento che hanno dato risultati nella manifattura, esposta alla concorrenza estera. Il punto interrogativo sono i servizi, motore dell’attuale ripresa. Vi è una forte spinta congiunturale alimentata dai risparmi della pandemia, ma può esservi miglioramento strutturale in un settore per il quale la protezione dalle pressioni competitive è prioritaria per il governo? Espandersi congiunturalmente fa bene, anche nei servizi, alla crescita di lungo periodo, perché incoraggia investimenti e facilita spostamenti di lavoratori verso le imprese più dinamiche. Se, tuttavia, l’obiettivo della politica è erigere schermi protettivi per autonomi e micro-imprese, il rafforzamento spontaneo può evaporare al prossimo ripiegamento ciclico. Per le sorti della crescita italiana, si può dunque dire che la politica (interna e, per quel che concerne il ritorno di regole fiscali pur riformate, europea) rema contro. E’ da vedere se l'economia in questi anni di apparente risveglio è riuscita a dotarsi di capacità di crescita autonoma sufficientemente solide.
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