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Riforma fiscale “ad personas”

La legge delega aumenta la frammentazione e strizza l'occhio agli elettori di centrodestra

Andrea Boitani 22/03/2023

Riforma fiscale “ad personas” Riforma fiscale “ad personas” Chi legge il testo della legge delega di riforma fiscale, varata dal Consiglio dei ministri, con le lenti dello studioso di Economia e di Scienza delle Finanze inevitabilmente trasecola. Sembra non esservi logica in quella follia. Si intravede un’ulteriore frammentazione del sistema fiscale in una miriade di regimi particolari. Si preannunciano, perciò, carenze di gettito, nuove distorsioni fiscali, inefficienze, disuguaglianze e sempre nuove violazioni del principio, caro agli studiosi (e alla Costituzione),per cui a uguale capacità contributiva deve corrispondere uguale tassazione. Per non parlare della restrizione dell’area della tassazione progressiva (altro principio costituzionale) e del possibile incentivo a un’evasione già massiccia e concentrata tra i redditi da impresa, da lavoro autonomo e da rendite immobiliari.
 
Ma il testo va letto, se lo stomaco regge, con occhiali politici, non “scientifici” e nemmeno “giuridici” (peccato si tratti di un disegno di legge delega). Con gli occhiali politici tutto diventa chiaro: è un testo che parla parole di miele a molti elettori del governo in carica e, ancor prima, ai clienti (siano paganti, elusori o evasori) dei numerosi commercialisti e fiscalisti che siedono nei banchi della maggioranza parlamentare. Quei clienti ed elettori che vivono più di lavoro autonomo che di lavoro dipendente e, in misura sempre crescente, più di rendite (finanziarie e, soprattutto, immobiliari) che di lavoro e che si sentono tanto perseguitati da un fisco opprimente e rapace, che penserebbe solo a mettere le mani nelle loro tasche. Con occhiali politici si vede che, finalmente, non avremo una legge ad personam, ma ad personas. Certe, magari tante, ma ben selezionate personas o clientes.
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