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Le mosse della Fed dopo il fallimento Svb

Cambierà la strategia sull'aumento dei tassi?

Andrea Battista 21/03/2023

Jerome Powell Jerome Powell Il fallimento della Silicon Valley Bank e di altri istituti è lo spettro che si aggira nel sistema finanziario mondiale, solo in parte rimosso dagli interventi pur importanti della Fed ma accentuato dalla pur non correlata vicenda europea di Credit Suisse, assorbito da Ubs. Il ricordo di Lehman è ancora vivido, almeno in chi lo ha vissuto e tra questi sono ancora molti i personaggi in circolazione, tra cui ovviamente la ministra del Tesoro Usa Yellen. Le differenze però sono radicali. Le dimensioni delle due banche in primis, poi il fatto che sia gli attivi che i passivi della banca Usa non sono distribuiti in ogni angolo del mondo come nel caso di Lehman. Resta comunque impressionante quanto i depositi di questa relativamente piccola banca fossero diffusi nel mondo, anche due società quotate all'Egm italiano a quanto mi è stato riferito. Ma in ogni caso gli ordini di grandezza restano del tutto diversi.
 
La tempestività dell'intervento, che ha velocemente decretato il fallimento della Svb e non lo ha evitato, è un altro elemento chiave e differenziante. Al posto di Svb si specializzerà qualcun altro nel servizio del mondo del venture capital e delle start up, se questa specializzazione ha valore economico. Anche nel 2008 i fallimenti di piccole realtà furono numerosi ma senza effetti sistemici, che dipendono appunto da dimensione e distribuzione degli attivi. Non esiste il mondo delle regole perfette che azzerano il rischio di fallimento e se esistessero non sarebbero probabilmente desiderabili, come arguiva Francesco Giavazzi. In un momento come questo, in cui i tassi sono saliti così rapidamente, è strana l'idea che una banca non possa andare male anche per errori gestionali in un contesto stressato, quali che siano le regole di fondo.
 
Non è ancora del tutto chiaro che succederà ai depositanti. Al di là del tema di moral hazard, a mio avviso sarebbe fondamentale non cambiare le regole ex post, soprattutto a beneficio di attori istituzionali sofisticati e in genere piuttosto ricchi. Il cuore dell'intervento Fed è comunque un altro: comprare a "par value" e non a "fair market value" i collaterali ammessi per le "U.S. depositary istitutions" cioè tutte le banche che hanno depositi con clientela. L'effetto di generazione di liquidità è necessario in un caso come questo, che causa di per sé una stretta monetaria. Resta ora da capire se sui tassi d'interesse la Fed andrà avanti come atteso, visto che il lavoro di stretta previsto è stato compiuto in pochissimo tempo dal mercato monetario. C'è chi comincia a pensare di no. Ma questa è un'altra storia.
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