-
Semplificare per decarbonizzare
-
Alluvione, le priorità per le imprese tra risorse e burocrazia
-
Contundente
-
Il rischio dei “fondi sovrani”
-
Il governo arenato sui soldi che mancano
-
Calo demografico e Pil pro capite
-
L'incerto cammino del PNRR
-
Patto di stabilità da semplificare
-
Lavoro, la “miopia” del Fondo nuove competenze
-
Pil pro capite in recupero
-
Valute digitali e banche centrali
-
Il “game of chicken” sul debito Usa
-
Se il debito Usa rischia il default
-
Pil, l'Italia meglio delle stime
-
Inflazione e riduzione dei consumi
L'agenzia delle Entrate e il contrasto all'evasione
Con l'utilizzo delle banche dati si potrebbero scovare gli evasori ma il “concordato preventivo” rischia di congelare l'esistente
Vincenzo Visco 20/03/2023

Non mi stancherò mai di ricordare che, in base alle statistiche ufficiali disponibili, i lavoratori indipendenti e le piccole imprese evadono in media tra il 65 e il 70% dei redditi che dovrebbero dichiarare, quindi il tracciamento sistematico attraverso le informazioni disponibili nelle banche dati consentirebbe di ottenere informazioni non contestabili sulla situazione economica effettiva dei cittadini coinvolti, che potrebbero essere invitati a pagare quanto risulterebbe dalle indagini, vale a dire, spesso, il doppio o il triplo di quanto dichiarato e versato. L’intera attività dell’amministrazione dovrebbe essere riorganizzata e finalizzata alle nuove procedure, e in pochi anni il problema dell’evasione potrebbe essere risolto. E’ questo che si sta facendo? La risposta è negativa. E’ questo che è scritto nella delega fiscale? La risposta è più complessa perché da un lato il ricorso alle banche dati è evocato e teorizzato, ma dall’altro c’è l’impegno ad introdurre il concordato preventivo, che non può che partire dalle dichiarazioni presentate dai contribuenti e quindi da livelli di imponibile dichiarato di gran lunga inferiori a quelli reali, consolidando e legittimando così l’esistente. Si tenga presente, inoltre, che i destinatari degli interventi dovrebbero essere proprio le categorie di cui maggiormente i partiti di maggioranza hanno richiesto (e ottenuto) il consenso elettorale, e quindi si può essere alquanto scettici sulla volontà effettiva di essere molto incisivi nei loro confronti. Rimane il rammarico per la superficialità (se non la condiscendenza) con cui la stampa esamina questioni di grande rilievo e importanza.
Altre sull'argomento

La tassa piatta non semplifica
E mette a rischio l'equilibrio sociale
E mette a rischio l'equilibrio sociale
Pubblica un commento