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L'Italia alla sfida dello “Einstein Telescope”

Nel quadro della nuova politica europea della ricerca

Carlo Rizzuto 27/01/2023

L'Italia alla sfida dello “Einstein Telescope” L'Italia alla sfida dello “Einstein Telescope” La Commissione e i Ministri della ricerca europei hanno riaperto il “cantiere” dell’ Area Europea della Ricerca (ERA), con una Governance e un calendario di azioni meglio definiti e visibili, con l’obbiettivo di permettere condizioni uguali per la ricerca (e l’innovazione) in ogni Paese Ue. Questo rinnovato sforzo si lega con i crescenti risultati di una iniziativa, avviata alcuni anni fa da un piccolo gruppo di ricercatori nel campo delle Infrastrutture di Ricerca, che ha portato alla costituzione, con un fortissimo impegno dell’Italia, di un Forum Strategico per le Infrastrutture di Ricerca (ESFRI) a cui partecipano tutti i Paesi Europei, con delegazioni miste di funzionari ministeriali e ricercatori, che ha permesso di sviluppare una pianificazione condivisa per gli investimenti e la definizione di progetti competitivi a livello globale. La pianificazione, che comprende circa 50 iniziative, permette anche di integrare le risorse “normali” con l’impiego mirato dei PNRR e dei fondi strutturali, con un miglior collegamento tra la ricerca di base e gli sviluppi applicativi in risposta alle sfide del nostro tempo. Questo è il quadro in cui ora l’Italia si candida a ospitare in una miniera dismessa della Sardegna lo “Einstein Telescope” per il rilevamento di onde gravitazionali, che si affianca ad altre prestigiose localizzazioni. ESFRI, precursore di Era, nacque per superare il blocco nella costituzione di nuove infrastrutture, dopo i successi, nei precedenti 40 anni, di iniziative europee come il CERN (fisica delle particelle), EMBL (biologia molecolare),ESO (astronomia) ed ESA (spazio). Queste iniziative hanno richiesto, ognuna, un accordo internazionale separato ad-hoc con l’approvazione di tutti i Paesi. Nuove iniziative, negli anni ‘80 e ’90, furono possibili solo grazie alla Francia che deciso di attrarre grandi iniziative scientifiche, col risultato di realizzarle con veste legale francese, sia pure con un accordo “ombrello” internazionale.
 
ESFRI, utilizzando il Trattato UE, ha reso possibile la costituzione di Consorzi Europei per le Infrastrutture di Ricerca (ERIC), sulla base di un Regolamento UE che è parte integrante delle legislazioni nazionali, applicabile senza bisogno di ratifiche. Ad oggi ne sono stati costituiti 25 in tutti i campi: scienze umane, medicina, scienze ambientali, fisica ed energia. Gli accordi tra i Paesi hanno permesso anche a Stati relativamente piccoli di divenire, anche col sostegno determinante dell’Italia, sede di alcune grandi infrastrutture, quali la sorgente di neutroni per spallazione in Svezia, i laser ad alta intensità in Cekia e Ungheria , ecc.. Due Paesi si sono dimostrati molto attivi nell’attrarre questi Consorzi: l’Olanda e l’Italia. In Olanda hanno sede alcuni dei maggiori ERIC nelle Scienze Mediche, Umane e Sociali, oltre a una forte partecipazione al grande radiotelescopio ora in costruzione in Sud Africa e Australia. L’Italia ospita alcuni tra i maggiori ERIC nelle Scienze Ambientali e dei Materiali e Biomateriali e la costituzione di nuovi Consorzi nei Beni Culturali e nell’Astronomia. Italia e Olanda sono ora in competizione su due grandi “telescopi”: quello per l’osservazione dei neutrini (da costruire nelle profondità del Mediterraneo davanti alla Sicilia) e, appunto, quello per le onde gravitazionali che, dal punto di vista tecnico, trarrebbe grande vantaggio dall’ambiente geologicamente “tranquillo” della Sardegna. Per sostenere la nostra candidatura per l’Einstein Telescope e’ stato costituito un Comitato presieduto dal Nobel Giorgio Parisi. Si dovranno anche affrontare questioni di “scambio” tra i maggiori proponenti, che garantiscano ritorni opportuni sia alle comunità scientifiche che in termini di commesse industriali e di coinvolgimento delle istituzioni scientifiche e delle università di questi Paesi. La massimizzazione di questi ritorni “a tutti” è il segreto di queste negoziazioni, che sono, alla fine, il lievito stesso della costruzione della “Area Europea della Ricerca”.
 
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